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Fabrizio Corona scrive a Verissimo: lettere dal carcere

Creato il 24 novembre 2013 da Violacentrica @violacentrica

Si torna a parlare di Fabrizio Corona, in carcere ad Opera per scontare gli innumerevoli anni di prigione, dopo i reati commessi e soprattutto dopo la fuga in Portogallo con un mandato d'arresto sulla testa.

In questi mesi, la famiglia ha portato avanti gli affari di Fabrizio ed ha lottato strenuamente perchè non venisse dimenticato. Anche Nina, a modo suo, ha voluto tenere vivo il ricordo .. dicendo senza mezze misure che Fabrizio aveva bisogno di un ospedale psichiatrico ..!
Ma diciamocelo, chi se lo dimentica? Soprattutto ora che circola la t-shirt con stampati tutti i tatuaggi che ha sul petto #fatecimale

Ieri negli studi di Verissimo è stata letta la lettera che Fabrizio ha scritto a Silvia Toffanin:

A chiunque incontro e mi chiede come sto, rispondo sempre la stessa cosa: «Sto bene, molto bene». Ma risponderei così anche dopo 30 coltellate, sanguinante, in fin di vita. Ho sempre risposto così, a tutti. Penso che dopo la scoperta di una grave malattia, il carcere sia la cosa più brutta che possa accadere ad un uomo. È la realtà dell’inferno in terra, dove colpevoli e innocenti sono costretti a vivere in condizioni vergognose e disumane nell’indifferenza istituzionale. Io però, in questo momento, non provo più rabbia, né rancore per chi mi ha condannato e inflitto questa pena così eccessiva e così assurda, ma anzi lo ringrazio perché mi ha dato la possibilità di capire tante cose, mi ha aiutato a riconoscere i tanti sbagli, ad ammettere gli errori, a guardarmi dentro, nel profondo della mia anima e a capire finalmente, a quasi quarant’anni, chi sono e cosa voglio veramente.

Il mio avvocato mi dice sempre: «Sii forte del fatto che ciò che è giusto alla fine vince», e io continuo a combattere come ho fatto dal primo giorno che sono entrato in questo nuovo mondo, con questa nuova vita, per dimostrare che nei momenti di difficoltà si deve niente affatto ripiegare le ali, abbassare il tiro, ma anzi, tentare di rilanciarsi lavorando sui propri margini di miglioramento e sulla riscoperta dei valori veri e dei sentimenti come l’orgoglio e il coraggio, perché alla fine, quello che conta veramente (nothing else matter) è il carattere e il cuore che metti nella tua vita. Bisogna saper rispondere alla disperazione con un sorriso di sfida e il dito medio alzato. E questo, oggi, deve essere d’esempio e di aiuto ai molti che pensano di non farcela e decidono di lasciarsi andare… Io non l’ho fatto e mai lo farò! Stare in prigione in questo paese è come morire lentamente, ma io continuo a vivere lo stesso, di notte, nei miei sogni, anche attraverso i ricordi di quella che è stata la mia incredibile vita: le tante emozioni provate, il grande amore dato e quello ricevuto, convinto, ancora oggi, che i sogni, se li desideri veramente e fai di tutto per raggiungerli, prima o poi diventano realtà. Oggi, chiuso dentro la mia cella, la numero 1 del primo reparto del carcere di massima sicurezza di Opera, guardandovi seduto dal mio sgabello di legno mezzo rotto, attraverso un minuscolo televisore degli anni Settanta, voglio vedere mia madre sorridere: ha già pianto e sofferto troppo. Un bacio e un ringraziamento speciale a te, Silvia. Con affetto.

Nei giorni scorsi, per la prima volta, Fabrizio ha potuto incontrare il figlio Carlos, accompagnato da Nina ( .. c'è da dire che anche lei non se la sta proprio passando bene ..)

La mamma di Fabrizio, presente in studio, ha parlato poi della situazione clinica del figlio, al quale da tempo è stata diagnosticata una depressione (che in passato gli avrebbe fatto "commettere delle follie") .. e per la quale lui non ha mai accettato le cure.

Per chi non avesse visto la puntata, vi assicuriamo che Silvia Toffanin, e le sue pelose sopracciglia scure, erano davvero addolorate per tutto ciò.

Intanto la lotta per la concessione di una commutazione di pena prosegue in casa Corona ..


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