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Faccio la commessa alla Tav

Creato il 23 marzo 2013 da Peolaborghese @mesosbrodleto

Tav, scontri a Susa. Berlusconi: opera irrinunciabile

Ci sono due storie, una brevissima e una molto più lunga, da collegare tra di loro. Ancora non ho idea di come fare, speriamo che andando avanti a scrivere, tutto si mescoli da sé. La storia breve è ambientata nei posti che tanto amate, i centri commerciali. Quelli che vanno costruiti per dare vita alle nostre città. Senza ikea e ipercoop, dice, le città sono morte, disabitate. In questi centri commerciali, le commesse lavorano 40 ore a settimana per 600 euro al mese. Contratto ovviamente precario, se chiedi uno spostamento di orario sei fuori. 

La storia lunga parte tanti, tantissimi, anni fa. La seconda repubblica era cominciata da poco, al governo c’era già berlusconi e si iniziava a parlare di grandi opere. Tra queste c’era la Tav, ferrovia per treni ad alta velocità. Non solo i collegamenti italiani, quelli su cui ora viaggia il frecciarossa, ma anche quelli europei. Si fantasticava sull’importanza del corridoio Lisbona-Kiev, berlusconi ci andò a porta a porta con la lavagna per mostrare agli italiani come fosse fondamentale per noi tutti arrivare in treno più velocemente dal portogallo all’Ucraina. Per realizzare questo corridoio, andava traforata la val di susa, con una nuova galleria, parallela al Frejus, lunga 56 km. Dagli anni duemila il progetto lisbona-kiev cambiò indirizzo, non più trasporto di persone ma di merci. Il traffico sulle linee ferroviare stava crollando, complice anche la maggiore economicità dei voli, perciò andava giustificata la grande opera. Merci ad alta velocità dunque, da Lione a Torino. Il collegamento attuale, dice, non va bene, nonostante i lavori di adattamento già realizzati. .  Bisogna fare questo tunnel, pazienza se sotto la montagna c’è pure l’amianto. Da qualche parte lo si butterà.”Toglierà i camion dalla strada, risparmieremo in ambiente, basta traffico su gomma.” E’ l’ultimo ritornello rimasto ai sostenitori dell’opera, forze politiche vicine agli interessi dei costruttori. Il tunnel attuale è sottoutilizzato, le merci non viaggiano su rotaia e non ne hanno neanche intenzione. In Austria l’autostrada non è conveniente per i camion, perciò salgono sul treno. Appena arrivati al Brennero, tornano giù. Le autostrade italiane sono molto più convenienti. Stiamo incentivando il trasporto su gomma e allo stesso tempo costruendo mega tunnel perché il trasporto su gomma non ci piace.

Le comunità locali della val di susa sono sul piede di guerra da allora, da quando c’era il primo berlusconi. Non vogliono vedere la loro valle sventrata da un’opera inutile. Col passare degli anni, l’assurdità del mega tunnel è venuta sempre più alla luce. Prima il cambio di indirizzo del progetto, poi le valutazioni di ARPA e CNR che documentano la presenza di amianto e uranio sotto le montagne della val di susa. Ora lo smantellamento del progetto in alcuni dei paesi coinvolti, in primis il portogallo (“Non ci sono soldi” dicono i portoghesi, sì che invece noi navighiamo nell’oro). Il corridoio Lisbona-Kiev non esiste, solo berlusconi e i suoi amici sono rimasti a sostenerlo.

Ora bisogna collegare le due storie. La val di susa è stata militarizzata per un’opera ormai riconosciuta come inutile. I lavoratori dei centri commerciali sono equiparabili a schiavi. C’è un nesso? Forse sì. Forse entrambe sono storie di persone senza voce e con poco fiato, silenziati dall’orchestra delle trombe del progresso. E’ il progresso, dobbiamo costruire, globalizzare, vendere e vendere, e se poi non si vende allora dovete tirare la cinghia, che è già tanto avere un lavoro. Perché la Tav porta lavoro. Benetton porta lavoro. Ikea porta lavoro. Tutti portano lavoro, speriamo che prima o poi qualcuno paghi pure.



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