Di Consiglia Grande. Max Schremps, giurista 26enne ha deciso di affrontare la questione privacy di Facebook direttamente in tribunale. Questo perché Facebook ha la possibilità di conservare, gestire e utilizzare le informazioni della vita privata degli utenti. Si consideri che, d’altronde, il materiale cancellato non sparisce mai del tutto dal sito, ma resta archiviato.
Schremps, difatti, quando chiese informazioni sul proprio conto, scoprì a testimonianza dello stesso ben 1200 pagine del social network, che riassumevano le sue attività. Così ha deciso, in Irlanda, di citare in giudizio il social stesso e l’Autorithy di Dublino che regola le leggi sull’antitrust, a seguito, l’ha obbligato a rivedere le gestioni sui dati personali degli iscritti, auspicando a una maggiore privacy.
Il giurista, però, non è rimasto soddisfatto del provvedimento e si è rivolto al tribunale di Vienna. Il risultato è stata una sorta di class action, sottoscritta da 25mila persone, di cui ognuna richiede un risarcimento danni di 500 euro, che moltiplicato per il numero totale di 25mila ammonterebbe a un gruzzolo di 12, 5 milioni di euro.
A finanziare le spese legali, ricavandone il 20% del totale che Schremps sfilerà a Zuckerberg c’è la RolandProzessFinanza, un’organizzazione di Colonia.