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Facebook e la pedopornografia

Da Consumabili
Facebook e la pedopornografiaRiporto la traduzione dallo spagnolo di un interessante articolo di Lydia Cacho che denuncia come gli stupratori di bambini agiscano praticamente indisturbati sul famoso social network. Ringrazio le ragazze di Un altro genere di comunicazione e S. per la traduzione. Il testo originale si può leggere qui.
Facebook e il porno - di Lydia Cacho

Fluttuano liberamente nel cyber spazio, sono i siti dei pedofili che, oltre ad abusare di migliaia di bambini e bambine, fanno uso delle loro pagine Facebook per mostrare il loro coraggio, narrando dettagli sulle loro azioni criminali."Guarda questa foto, l'ho presa quando aveva quatto anni, tenera e vergine" dice Roberto, che dalla Spagna fa mostra tra le sue fotografie di se stesso, mentre penetra bambine Molto piccole. La pagina è stata denunciata a Facebook senza che nulla accadesse, la polizia spagnola non ha un reale potere nei confronti della Società, né ha la facoltà, dicono, di arrestare tutti quei soggetti che pubblicizzano i propri crimini nelle pagine le cui origini possono essere rintracciate con la più semplice tecnologia.Per fare un indagine qualche anno fa, mi sono unita ad un gruppo di uomini in rete, le cui conoscenze cibernetiche mi hanno insegnato a rintracciare i pedofili nel cyber spazio e a promuovere cause nei paesi dai quali emergono le immagini.
Un uomo scrive al lato di una foto con una bimba bionda "lei è una delle mie piccole lolite preferite, ora ha dieci anni, ma ha cominciato il sesso da quando ne aveva due".
Un altro risponde "oggi ne ha 17, ma ha cominciato a fare sesso a 4 anni ed è una vera cavalla ninfomane" . I soggetti si presentano come “Lolita lovers”, “Babyboylover”, “Il cacciatore di piccoline”, e altri soprannomi. In questi video e foto si vede chiaramente il viso delle vittime. Di tanto in tanto abbiamo denunciato alla polizia postale dei diversi paesi; si mandano i profili dei soggetti e gli indirizzi IP. 
Abbiamo persino localizzato un professore di Veracruz che su Facebook agganciava dei bambini e li manteneva in contatto attraverso il suo blog come professore di educazione fisica. La pornografia infantile è nella maggior parte dei caso una delle modalità del delitto di tratta di esseri umani.
È stato grazie ai cyber-attivisti degli Uomini contro la Prostituzione e la Tratta (Menapat, in inglese), Marcelino Madrigal, Richard Lepoutre e Raymond Bechard, che ho imparato a seguire i cyberpederasti, per poi indagare ed assicurarmi che la la polizia postale non solo faccia il lavoro di persecuzione del delitto (postare e far circolare immagini di pornografia minorile è punibile con la legge in molti paesi, incluso il Messico), ma anche che le indagini portino a rintracciare i posti dove si trovano queste bambine e questi bambini vittime degli abusi.
Un anno fa ho denunciato questo tema durante l'intervista che mi fece Michelle Bachellet durante la consegna di un premio a New York. Ho utilizzato l'assemblea per spiegare il mio lavoro ed esigere che FB rispondesse. Newsweek pubblicò i dati con le prove che avevo portato. Facebook provò a negare le mie affermazioni provando a spaventarmi attraverso i propri avvocati newyorchesi, a chiedermi di smettere di dialogare, e alla fine, a causa deii fatti e delle prove che ero riuscita a far pubblicare dalla rivista nordamericana, Facebook dichiarò che "stavano lavorando sul caso". 
Il mio profilo Facebook, attraverso cui indagavo su questi temi, venne chiuso con la motivazione di "cattivo uso della rete sociale".
E' importante sottolineare che iscriversi a Facebook è gratuito, ma la Società guadagna basandosi sulla sua quotazione in borsa grazie ai milioni di persone che utilizzano i suoi prodotti.
Una fonte interna a Facebook mi ha detto a Washington che non faranno mai quello che ho richiesto di fronte al Senato nordamericano in paesi che non hanno leggi sufficientemente severe per esigerlo. Gli Stati Uniti sono il paese con il maggior numero di utilizzatori di Facebook , seguito da Indonesia, Gran Bretagna, Turchia, India e Messico.
L'unico paese col quale l'azienda collabora nel mantenimento delle foto segnaletiche dei bambini scomparsi sono gli Stati Uniti. Non si tratta di censurare, ma di rendere semplicemente più sicura la rete ed esigere che coloro che guadagnano attraverso di essa facciano anche investimenti etici per protegge l'infanzia.
In Messico esiste una polizia postale, ma non è sufficiente, la cosa più urgente da fare è ottenere che Facebook e tutte le società che si occupano di Reti sociali, incluso Twitter, si assumano le loro responsabilità nel:
1) mantenere le informazioni dei profili denunciati senza cancellare l'impronta che possa condurre le autorità a improgionare l'aggressore.
2) investire le risorse necessarie per bloccare la pedopornografia nelle sue reti.
3) lasciarsi coinvolgere nella creazione di programmi che registrino i volti dei minori abusati, in quei paesi in cui hanno milioni di utilizzatori.
4) smettere di ostacolare gli attivisti che denunciano il loro disinteresse nel proteggere l'infanzia. 
Se anche tu vuole unirti ai più di un milione di firmatari di questa petizione, clicca qui: http://www.causes.com/causes/580526-force-facebook-to-block-all-child-pornography

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