Facebook ergo sum

Da Leragazze

Capita che all’entrata o all’uscita del cinema si incontrino amici o conoscenti, specialmente quando si va in un cinema di quartiere.
Ci ferma a fare due chiacchiere, ci si scambiano impressioni se si è visto lo stesso film, ci si consiglia un film piuttosto che un altro, poi ognuno se ne va per la propria strada. Qualche giorno fa però uno di questi incontri mi ha lasciata un po’ interdetta e voglio condividere con voi alcune riflessioni.
Dopo aver visto “Ciliegine”, che consiglio vivamente, in un cinema di trastevere, ci imbattiamo in una coppia di conoscenti, con i quali ci intratteniamo qualche minuto per una serie di convenevoli; sopraggiunge un’altra persona, che saluta calorosamente mio marito e, rivolgendosi agli altri presenti, li apostrofa con entusiasmo, baci e abbracci, avendoli riconosciuti come appartenenti ad un stesso gruppo di Facebook. Non li aveva mai visti, non li conosceva.
Io: trasparente per alcuni lunghi minuti, finché mio marito non si rende conto della situazione e mi presenta alla bizzarra figura, ancora presa dall’inaspettato incontro. Tendo la mano e non posso fare a meno di presentarmi, sottolineando: “sono Cynthia e non sono su Facebook”.
Probabilmente non avrà capito; certo la cosa mi ha un po’ intristito: quasi che ormai si è più concentrati sui rapporti virtuali che su quelli reali; o forse dare concretezza a questo tipo di rapporti rafforza la fiducia che ormai viene riposta in questi canali di comunicazione che ormai occupano buona parte delle giornate di molte persone.
Non voglio essere fraintesa: chi parla non è certo una bacchettona che demonizza i social network e si sente minacciata dalle nuove tecnologie. Tutt’altro. Quello che mi spaventa sono le possibili conseguenze di un uso eccessivo di tali modalità di comunicazione.



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