É proprio vero che Facebook é un occhio del mondo, assolutamente indiscreto, sulle nostre vite e le decisioni delle forze dell'ordine che hanno a che fare con il social network ormai si susseguono una dopo l'altra, tanto da farlo divenire addirittura uno strumento micidiale per procurarsi delle prove. Questa volta, Giovanni D'Agata, presidente dello " Sportello dei Diritti ", sottolinea come valga la pena segnalare che la polizia cantonale svizzera ha denunciato 11 persone che avevano lanciato avvertimenti sull'imminenza di suoi controlli tramite diversi gruppi Facebook, aperti a tutti o soltanto su invito. Uno di questi gruppi, che contava circa 1300 aderenti, indica la polizia cantonale è stato nel frattempo chiuso. Alcuni gruppi erano attivi in regioni definite, altri si concentravano soltanto sul canton Zurigo. Il loro unico scopo era il reciproco avvertimento da parte dei membri su controlli di velocità o di altro genere, ha indicato un portavoce della polizia cantonale all'ats.Le persone denunciate hanno tra i 18 e i 50 anni e abitano in diversi cantoni. Tra di loro anche internauti italiani che saranno multati di parecchie centinaia di franchi. Secondo il portavoce la polizia non si è rivolta a Facebook seguendo la via ufficiale. Ha piuttosto sfruttato le possibilità utilizzabili da ciascun utente del servizio di rete sociale, per esempio il tasto "Segnala post", con cui si può avvisare Facebook riguardo a contenuti giudicati non idonei.La polizia svizzera rammenta che gli avvertimenti riguardanti controlli del traffico sono vietati dalla legge federale sulla circolazione stradale. Al contrario in Italia esistono dei metodi legali per poter rilevare la loro presenza ed averne una segnalazione, come per esempio il software per android iCoyote. Questo ci consente di essere avvisati per tempo di tutti gli autovelox posti sulla strada che stiamo percorrendo.
Lecce, 27 giugno 2015 Giovanni D'AGATA
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