Qualche giorno fa, al Festival della Scienza di Genova, Daniel Goleman ha tenuto una conferenza dal titolo Perché fare attenzione agli altri ci rende migliori e più felici e ha presentato il suo ultimo libro, Focus. Goleman è uno psicologo statunitense famoso in tutto il mondo soprattutto per il volume Intelligenza emotiva, in cui metteva insieme varie considerazioni sulle emozioni e su come la capacità di gestire le emozioni influenzi la nostra vita. In Focus, Goleman torna su questo discorso alla luce del concetto di attenzione.
Attenti a Goleman!
L’attenzione è la capacità di selezionare gli elementi che sono presenti in una situazione. Facciamo questa selezione in base all’obiettivo che vogliamo raggiungere: ad esempio, mentre scrivo questo articolo, la mia attenzione dovrebbe rimanere focalizzata su questa sola attività e tagliare fuori le voci che arrivano dalla finestra, l’sms che mi è appena arrivato sul cellulare, il pensiero della telefonata che mi serve per decidere quale film andare a vedere stasera ecc.
L’attenzione funziona come un filtro e l’esortazione di Goleman è abbastanza semplice e intuitiva: impegnarsi a rimanere su quello che si sta facendo, anche se costa fatica, e resistere al multitasking e alla distrazione data dai continui beep che segnalano mail e messaggi ricevuti. Ricorda Goleman, solo se siamo dentro quello che facciamo possiamo farlo bene.
La capacità di mantenere l’attenzione diventa dunque una strategia per ottenere un buon risultato, nel lavoro, nello sport, nello studio, nelle relazioni, ed è una strategia che può essere accresciuta tramite l’esercizio, come un muscolo cognitivo.
Attenzione, empatia, mindfulness ecc.
Dice Goleman, l’attenzione aiuta a risolvere problemi ma ci aiuta anche ad apprezzare le cose che facciamo e a entrare in contatto in modo più profondo con le altre persone. La stessa capacità di cogliere le emozioni e il punto di vista delle altre persone, cioè l’empatia, è capacità di prestare attenzione agli altri.
E l’attenzione è affine alla mindfulness, cioè alla capacità di rimanere su quanto stiamo facendo e vivendo, senza fuggire altrove con la mente, e al saper rimandare la gratificazione e aspettare.
E ancora, l’attenzione è attenzione verso se stessi, cioè conoscenza di chi siamo, di quali emozioni stiamo provando, di cosa vogliamo, e infine è immersione in quel flusso di coscienza che porta a pensieri creativi.
Detto ciò, la mia attenzione può anche spostarsi altrove. Vediamo chi mi ha scritto una mail…
Photo credit: Eirik Newth