Nel finale della quarta stagione di “Falling Skies” ci era stato promesso uno dei consueti folli colpi di scena e se lo avete visto, di certo vi siete chiesti cos’era quella cosa riflessa…
[Attenzione agli SPOILER] Negli ultimi due minuti dell’episodio, Tom vede un nuovo “essere” (“alieno” o “creatura” che sia), non sappiamo bene come definirlo, ma Noah Wyle assicura “tutto quello che dirò è che non si tratta di una nuova razza aliena. È qualcosa che non abbiamo incontrato prima, tuttavia è familiare”. Come nota giustamente l’attore, essendo il dramma TNT sulla strada della quinta e ultima stagione, introdurre una nuova razza non avrebbe avuto molto senso.
Quindi, anche se non avremo una risposta dettagliata circa quel particolare, ecco un’intervista allo showrunner di Falling Skies, David Eick.
Entertainment Weekly | Cominciamo da quella scena finale – cosa può raccontarci circa cosa stava accadendo lì?
David Eick: Certo, beh, io non posso fornire grandi spoiler, ma posso dire che ciò che Tom vede sarà il tipo di asse centrale che spingerà al Second Mass e fornirà loro un angolo strategico per perseguire nella quinta stagione. Non dico che scopriranno un dispositivo da giorno del giudizio, ma piuttosto un’arma strategica, la quale avrà un grande impatto nella quinta stagione.
EW |Così, questa misteriosa creatura che vede Tom lancerà nuovi elementi di strategia e guerra nello show al fine di svolgere anche un ruolo in quello che è il dramma familiare e le relative emozioni?
Si tratta di una cosa emotiva, una motivazione che spinge Tom nella quinta stagione. Non si tratta solo di tattiche o di guardare mappe – pur restando parte integrante dello spettacolo. Si tratta anche di come i migliori generali si raccontino storie tra di loro per fare poi affidamento sui loro metodi e la quinta stagione vedrà proprio questo aspetto di Tom Mason sul come per sconfiggere il nemico assuma un ruolo ancor più importante cui va incontro nel finale della quarta stagione. Attraverso quell’incontro daremo il giusto risalto agli aspetti emotivi del suo processo decisionale, la sua strategia e il risultato finale.
EW | Di sicuro i fan scruteranno bene tale scena, voi e il vostro team avete pensato bene a che discorsi, musica e dipinti mettere sulle pareti?
Già. Alcune idee che vedete nello show sono un po’ diverse rispetto a quanto era stato sceneggiato, come la canzone “When a Man Love a Woman” [di Percy Sledge]. I diritti di quella musica erano fuori budjet. Ho pensato di realizzare la stessa emozione annuendo ad una parte della cultura americana o meglio umana, innegabilmente indelebile. […] Abbiamo realizzato poi la chitarra elettrice di “The Star-Spangled Banner” che non è la versione di Jimi Hendrix, ma evoca ciò, che in realtà è perfino meglio.
EW | Avete discusso di come realizzare quel riflesso sfocato nello specchio?
Sì, in termini concettuali e di quanto volevamo mostrare al pubblico e ciò che invece volevamo tenere nascosto. Fa tutto parte di mesi e mesi di pianificazione [prima di girare tale scena].
EW | Al Comic-con era chiara la non introduzione di nuove forme aliene, ma ibridi o mutazioni della specie come abbiamo incontrato prima sono possibili? La creatura nello specchio è un esempio di esse?
Beh, io non so se è una creatura, ma in termini di incontrare cose che abbiamo già incontrato prima, la cosa bella di questo spettacolo è il DNA, esso getta le basi per una grande evoluzione di queste creazioni. Così, una volta definita la razza degli Espheni giochiamo con la genetica. Esso è un grande terreno fertile per piantarci un sacco di cose. C’è questa sorta di crudeltà che ha il nemico, come visto negli skitter lo scorso anno, il dolore può infliggere con queste creazioni, solo nel modo in cui loro comandano.
EW | Questa scena finale ha avuto una certa influenza da 2011: Odissea nello spazio?
Sì. C’è un accenno a “è pieno di stelle”, non si tratta solo di influenza concettuale ma anche estetica. Il tipo di pulizia generale e l’essenzialità dell’ambiente dove si trova Tom sono la vostra versione – con budget da rete via cavo – di ciò che Kubrick ha realizzato per evocare un senso di isolamento e tutto quel genere di cose.
EW | Perché in definitiva Lexi decide di proteggere la sua famiglia umana, invece di usare i suoi poteri per la causa degli Espheni?
Sembra proprio che la serie sia sempre stata prima incentrata sulla famiglia. Questo è ciò che dico fin dal mio primo giorno: “è un dramma familiare ampio”, prima della fantascienza, dell’avventura, dell’azione, è un dramma familiare, tutto emerge da lì. Tom e Anne hanno avuto una figlia, non mi sarebbe dispiaciuto fargli passare l’inferno e punirli spietatamente, come del resto ho pensato, ma alla fine ho sentito che dovevamo continuare a credere nella famiglia, è l’arma più potente e più critica, una sorta di ideale che alimenta sia lo spettacolo che Tom Mason. Io non volevo vedere Lexi rivelarsi qualcosa di profondamente malvagio. Si può sbagliare, lei ha ucciso qualcuno, ma alla fine opta per scegliere il tema più grande della famiglia.
EW | Cosa è accaduto a Mira, la ragazza del campo di rieducazione? Lei è ancora viva quando sulla nave Lexi vola nel cuore della potenza Espheni?
Devo immaginare così. Non si vede davvero, tranne per il fatto che sfreccia via, dal mio punto di vista, perché era sulla nave quando viene completamente spazzata via, dovremmo ritenere che Mira non ci sia più.
EW | Passiamo ad un’altra morte. Dunque, perché uccidere Lourdes e perché in quel modo?
Lourdes sembrava perfetta perché era simpatica, anche per i vermi negli occhi nella terza stagione, il suo assassinio del presidente ed il suo schierarsi dal lato di Lexi, chiaramente il personaggio era condizionato e debole di costituzione quando è arrivata l’influenza, quindi, sembrava il momento giusto per ucciderla. Io e [Seyuchelle Gabriel] ne abbiamo discusso a lungo, lei ne era sconvolta, non era felice, voleva restare nello show, doveva essere chiaro che non uccidevamo il personaggio perché non ci piaceva l’attrice. Era una delle mie preferite del cast, davvero difficile. Pensavo ad altre mille cose che potevamo fare con Lourdes, ma se si passa il tempo ad uccidere comparse, nessuno si preoccupa poi. So che prima della sua morte, lo show è stato criticato perché tutti sopravvivevano, soprattutto i Mason, nonostante con la fuga e tutto, la morte fosse dietro l’angolo. A me sembrava naturale, ma in uno show di fantascienza ambientato durante una guerra, se non uccidi qualcuno di significativo ogni tanto, comincia ad essere un po’ vuoto.
EW | I fan attendono ancora di sapere perché gli Espheni hanno invaso la Terra, la risposta resta la stessa del suo predecessore, Remi Aubunchon oppure è sua intenzione ampliare tale parte?
Io e Remi ci conosciamo bene. Direi che abbiamo preso l’idea iniziale su ciò che ha spinto gli Espheni a invadere la Terra. Riformuleremo lo spettacolo al fine di fornire un’idea più specifica dall’originale, che essenzialmente è ciò che fa ogni spettacolo apprestandosi al termine. All’inizio si ha un’idea di come andrà a finire, ma poi si fanno dei piccoli ritocchi e modifiche chiedendoci: “e se fosse questo il motivo segreto dietro la vera ragione?”. Tutte le cose sottointese e i vari livelli entrano in gioco in maniera divertente e penso che il pubblico se li aspetti.
EW | Quali altri aneddoti può darci su cosa dovrebbero aspettarsi i fan dalla quinta stagione?
Posso dire che qualsiasi motivazione loro credono essere dietro le ragioni dell’invasione degli Espheni, beh, è assolutamente sbagliata. Sono davvero entusiasta della profondità che andremo ad esplorare con la cultura degli Espheni in questa prossima stagione finale.