Ciò vale per tutta la narrativa, ma quella fantastica ha una marcia in più in quanto è apparentemente più distante dalla nostra realtà, e questo permette di rendere le tematiche meno pesanti e al contempo più generali. Ad esempio, “Il Treno degli Dei” di China Miéville tratta molte tematiche socio-politiche (razzismo, omosessualità, diritti dei lavoratori, multiculturalismo, anticapitalismo) e la sua efficacia allegorica è molto più forte rispetto a quella di un romanzo sociale. La motivazione è semplice: Miéville non parla del singolo caso, come ad esempio l’Apartheid, ma parla del concetto di razzismo applicato a un contesto del tutto nuovo in modo da trasmettere il messaggio al di là della situazione specifica. Lo stesso discorso lo si può fare con “1984” di George Orwell e con molti altri romanzi appartenenti al macro-genere fantastico.
"La Figlia del Drago di Ferro"
parla di misantropia, nichilismo,
anticapitalismo, tecnocrazia e
paranoia.
Ad ogni modo, nel titolo di questo articolo viene citato il fantasy, non la letteratura fantastica in generale. Questo perché il fantasy non urban sembra ancora più distante dalla nostra realtà rispetto alla fantascienza, il che non solo aumenta la forza allegorica, ma rende anche più difficile la censura. “Queste Oscure Materie” attacca la Chiesa Cattolica, ma lo fa in modo meno diretto di un romanzo sociale e anche di un romanzo fantascientifico, quindi è meno censurabile.
In generale, più un romanzo è fantastico e più è facile trattare tematiche socio-politiche e filosofiche senza diventare pesanti e senza rischiare censure. La distanza tra la nostra realtà e il fantasy è solo apparente in quanto quest’ultimo permette di unire l'utile al dilettevole, l'intrattenimento (e quindi l'immersione del lettore nella storia) alla denuncia sociale.
A me interessa parlare di temi importanti: la vita, la morte, l'esistenza di Dio, il libero arbitrio. Il fantastico non è fine a se stesso, ma sostiene e dà corpo al realismo. Non abbiamo bisogno di liste di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, abbiamo bisogno di libri. "Non devi" è presto dimenticato, "C'era una volta" durerà per sempre.- Philip Pullman -