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Far la guerra all’Isis in Iraq: un commento

Creato il 26 settembre 2014 da Maria Carla Canta @mcc43_

mcc43

Qual’è la fonte di queste considerazioni?
Una ONG?  Gino Strada?  Massimo Fini? Il  M5S? O Noam Chomsky?

Il testo prosegue:

L’Emirato islamico ha già raccomandato e ancora ribadisce di rifiutare la politica muscolare e le invasioni, lasciando che le nazioni decidano da sole il proprio futuro, anche nell’interesse dedgli Stati Uniti e del mondo intero”

E’ uno stralcio da un articolo nel sito dell’
ISLAMIC EMIRATE OF AFGJHANISTAN, Voice of Jihad.
shahamat-english.com
dal titolo Why is America anxious and restless!!?
Il brano si trova metà dell’articolo, dopo le consuete
invocazioni al Dio e le citazioni coraniche.

Ora, mentre la coalizione già sta bombardando l’Iraq, dove il governo nuovo e fantoccio parimenti a quello vecchio accetta, e la Siria, dove Assad non è stato consultato ma non ha nemmeno protestato troppo – e questo si rivelerà un calcolo politico fallimentare – la questione da porsi è quella accantonata dall’autore dell’articolo.

Perchè i movimenti islamisti vengono  mediaticamente “riassunti” sotto il marchio della decapitatrice di occidentali ISIS? Perchè ISIS ha agito tanto platealmente e insistentemente per provocare questo intervento?
O si sente sufficientemente in grado di impegnare una coalizione dei paesi meglio armati del mondo, con altri famigli che si affrettano ad aderire, e allora sarà davvero una guerra di lunga durata da cui nessun paese uscirà, per lo meno economicamente, indenne.
O non lo è, e il compito della leadership dell’ISIS consiste nel creare le condizioni per una vittoria targata America contro “l’Islam cattivo”, precondizione di un programmato allargamento della conflittualità nell’area.

*******

bambino-vittima-siria

Prima vittima del bombardamento in Siria

Quando verranno ascoltati i bollettini che recitano
colpite basi dell’Isis
e talvolta, di sfuggita, citata qualche vittima innocente,
si dia consistenza alla notizia aggiungendo mentalmente un’immagine…

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