Ho letto negli ultimi giorni gli interventi di due scrittori italiani che si vantano di aver messo fine, da non so quanti anni, al loro rapporto con la televisione. Essi non fanno riferimento alla loro partecipazione diretta ai talk show o ai programmi culturali (qualora ce ne fossero), bensì alla televisione come elettrodomestico, e quindi come strumento privato d’informazione e intrattenimento. È risaputo che il vantarsi di non avere una Tv in casa in certi ambienti è considerato ‘cool’, il significato è che l’uso della televisione è inversamente proporzionale al sapersi dedicare pienamente la propria vita e il meglio di se stessi. Ma è anche lecito pensare che nei casi in oggetto la scelta (di per sé legittima) sia dovuta allo scadere di un interesse per il medium o alla sua piena sostituzione con altri canali media come quelli presenti su internet. Al di là degli aspetti privati, la questione è ben più vasta, e riguarda il compito che attiene storicamente agli scrittori in quanto testimoni del proprio tempo. Un intellettuale che abbia la pretesa di raccontare questa contemporaneità può permettersi di prescindere dalla conoscenza di ciò che accade in Tv? O ampliando i termini della questione, la Tv ha effettivamente terminato il suo compito storico al punto da non essere più un mezzo vitale da cui attingere informazioni? Personalmente, nel corso degli ultimi vent’anni, ho ridotto drasticamente il numero delle ore che dedico alla Tv, senza tuttavia rinunciarvi del tutto. Il periodo è però coinciso con la grande rivoluzione delle nuove tecnologie che ha dilatato a dismisura le fonti di informazione a mia disposizione. Al di là della qualità dei singoli programmi, l’influenza che la televisione ha sulle persone è ancora tale che non ritengo utile, non ancora, ripudiarla integralmente. Magari verrà anche per me il giorno in cui dirò “ok, ora posso farne a me”. Per adesso trovo ancora divertente osservare e studiare le forme di manipolazione mediatica con le quali, attraverso questo vecchio vituperato mezzo, si cerca di far passare il mio paese per un luogo appassionante.
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