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Fare blogging non è reato. Lo dice la Cassazione

Creato il 11 maggio 2012 da Iljester

Fare blogging non è reato. Lo dice la CassazioneQuesta sì che è una notizia davvero sensazionale, perché finalmente la giurisprudenza — quella tosta — inizia a far luce su un dilemma che i nostri politicanti non vogliono risolvere in alcun modo se non in direzione liberticida. Fare blogging, fare informazione tramite il blog, insomma avere un blog e scrivere di attualità, è giornalismo? Soggiace alle norme sulla stampa, piuttosto liberticide? Il blog ha l’obbligo di iscrivere la testata presso il Tribunale di competenza?

La risposta, a quanto pare, è no. O forse è nì. Bisognerà attendere la motivazione della sentenza che ha dichiarato il signor Carlo Ruta assolto dal reato di stampa clandestina che sia Tribunale che Corte d’Appello gli avevano affibbiato perché faceva attività di blogging informativo sulla criminalità organizzata in Sicilia (il sito Accadeinsicilia.net).

Fare blogging non è reato. Lo dice la Cassazione

È difficile — come ho detto — ipotizzare ora quali siano le motivazioni che hanno spinto il giudice di legittimità a riconoscere che il fatto (di reato) non sussiste, fino a dichiarare Ruta innocente. Però la mia impressione è che anche il giudice abbia ritenuto che l’attività di blogging difficilmente possa essere confusa con l’attività di giornalismo, seppure abbiano degli evidenti punti di contatto.

La verità è che l’attività di blogger è preminentemente un’attività di opinione più che di informazione diretta. Significa che il blogger è un osservatore del mondo, attraverso le informazioni che gli giungono direttamente dalla rete. Egli le interpreta e le riproduce sul suo blog, filtrandole attraverso la sua percezione delle cose. Questa è l’essenza stessa del principio della libertà di opinione sancito dalla nostra Costituzione, e come tale non può essere compresso in una costruzione normativa volta per lo più a controllare la genuinità delle informazioni e la certezza della fonte. Il blogger si indirizza verso un altro tipo di autorevolezza e la certezza della fonte è data dall’attività del giornalista professionista che riporta la notizia e permette al blogger di esprimere un’opinione che poi condivide nella rete.

Ecco evidenziato il rapporto tra blogger e giornalista. In alcuni casi — è vero — il giornalista è anche un blogger, ma è escluso che il blogger sia un giornalista. Due modi di approcciare alla notizia completamente differenti. Il blogger semmai è quanto di più vicino esista alla figura dell’opinionista di un giornale, che si limita a fare analisi e dare opinioni sui fatti principali della giornata, con la differenza che il blogger lo fa gratuitamente, mentre l’opinionista viene pagato a pezzo, quando non è assunto in pianta stabile dal giornale.

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Ciò detto il blogger ha comunque dei princìpi etici da rispettare. In particolare i princìpi poi sanciti dalla giurisprudenza e che sono comuni al giornalista: l’obbligo della continenza, della decenza e del rispetto della dignità delle persone. In generale tutti quegli obblighi che garantiscono il rispetto della persona umana. Ma al di là di questi, il blogger non deve aver alcun altro obbligo e certo non deve soggiacere a norme liberticide che comprimono il diritto insopprimibile di ogni essere umano di esprimere una opinione. Togli all’uomo la libertà di parlare e gli togli l’aria per respirare. Forse è un detto banale, ma è dannatamente vero.


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