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Fare cose per placare l’ansia

Da Gynepraio @valeria_fiore

Per indulgere nelle lamentele, non mi posso comprare niente perché ho una pancia che si vede da Marte e mi sta tutto male. Non posso sperimentare trattamenti estetici perché mi mettono a repentaglio il sistema circolatorio. Niente corsa, solo blande sessioni di nuoto e pure lì faccio pietà perché sto nella corsia delle ultrasettantenni e mi superano pure loro. In più ho una voce interiore che mi esorta a risparmiare per fare la stanza e il corredo al bambino, e comprargli il trio e la sdraietta dondolina e lo shampoo senza parabeni. Completa lo scenario una sensazione che non è propriamente ansia, è più lucida percezione mista a terrore atavico che la mia vita per come l'ho conosciuta finora stia finendo e che mi conviene giocarmi tutte le cartucce togliermi un po' di sfizi finché sono in tempo. Tutto questo per dire che ultimamente mi sono messa a fare cose.

fare cose: giro in mongolfiera

Un regalo di Natale per Michele. Circa 18 minuti sospesi per aria in un pomeriggio di sole, in un giorno settimanale, nel quartiere Borgodora. Bello, anche se avrei voluto spostarmi mentre in realtà la mongolfiera si limita a salire in verticale e non segue nessuna rotta. Il silenzio che regnava al raggiungimento della quota veniva purtroppo solo squarciato dai cavi metallici srotolati che ogni tanto gettavano nell'aere il loro tipico rumore sferragliante, una sorta di disperato boato simile al rutto di un bisonte. Peccato, davvero.

fare cose: spettacolo teatrale "La merda"

Un regalo per me travestito da regalo per Michele, così la coscienza tace. Allora, secondo me Silvia Gallerano è bella, autoironica, ha una estensione vocale e una gamma di timbri fantastica. Sta per un'ora nuda seduta su uno sgabello, con la postura tipica delle donne poco orgogliose del proprio corpo. Parla, in una specie di flusso di coscienza, della se stessa che disprezza, di quella che è e di quella che sogna di diventare, delle zavorre che non glielo permettono. Ci entrano un padre e una madre ingombranti, i disturbi alimentari, le cosce grosse, il mondo dello spettacolo e le sue falsità, i fidanzati. L'unico modo per liberarsene? Accoglierli, digerirli, evacuarli.

fare cose: corso di cucina seguito da cena autopreparata

Praticamente siamo stati coinvolti in un corso informale con altre 20 persone, che prevedeva la preparazione di una cena dall'antipasto al dolce nonché la degustazione della stessa con i compagni di corso. Il tema della serata era il mix inaspettato tra spezie esotiche e piatti della tradizione italiana: pasta, polpette, sformati. Ma concentriamoci su quello che conta: ho imparato a fare le orecchiette. Da polentona, con nonne emiliane e romagnole, continuo a pensare che la pasta all'uovo sia un'arte meravigliosa. Ho provato mille volte a fare la sfoglia ma mi viene sempre pallida (colpa della galline?) e troppo spessa (colpa del mattarello?): negli anni ho rinunciato ad acquisire questa capacità*. Ma ehi, un attimo! Gli impasti di grano duro e acqua sono mooooolto più facili da fare rispetto a quelli all'uovo, e che siccome non si deve fare nessuna sfoglia ma solo scolpire con l'ausilio del pollice opponibile, beh, sono in grado di farlo anche io. Niente, erano buonissime. Ne ho mangiati due piatti, pieni di cime di rapa, con doppio rinforzo di peperoncino. Le ho digerite intorno alle 17 del giorno dopo. Forse perché le ho accompagnate a due piatti di polpette in salsa di mele, cipolla e curry e ho concluso con due tortini caldi alla nocciola? Ma no, ragazzi, non avevo nemmeno bevuto. E' che la gravidanza rende tutto più complicato.

Per info: era un evento privato, ma se siete interessati scrivetemi e vi metto in contatto con l'organizzatrice.

*no, l'uso della macchina per tirare la pasta in casa mia è vietato.


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