Lo sapevate che anche gli ortaggi sono a rischio di erosione genetica e, quindi, molte delle specie tradizionali stanno diventando sempre più rare? Sta succedendo che molte varietà orticole coltivate fino alla fine della seconda guerra mondiale oggi non si vedano più (circa il 75%!!!).
Infatti, come si legge su Solo Ecologia, gli ortaggi e la frutta coltivati dai produttori agricoli, vengono scelti per la rapidità della crescita, per l’omogeneità delle dimensioni che rende facile l’imballaggio, per la facilità di conservazione e di trasporto e per altri motivi più tecnici (resistenza a malattie e parassiti); che però non hanno alcuna attinenza con il gusto, il profumo, le proprietà nutritive.
Purtroppo solo poche varietà vegetali rientrano appieno nelle esigenze dell’industria. In passato, gli ortaggi erano scelti perché capaci di fornire un buon raccolto, magari maturando più lentamente, ma garantendo una produttività prolungata. E soprattutto erano selezionati perché gustosi.
Allora succede che pochi conoscano ancora la carota “pastinocello” (o “pastinaca”, come quella in foto www.veganblog.it) o quella di Tiggiano, il cavolo nero di Toscana, oppure i diversi tipi di zucchine delle provincie italiane.
Un’opportunità per aiutare la biodiversità degli ortaggi è data dall’ orto sul balcone, così che si possano ancora conoscere varietà e sapori che erano consueti per i nostri nonni, ma rischiano di diventare introvabili per i nostri nipoti.