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Farmaci antidepressivi e per l'ansia in gravidanza.

Da Farmacia Serra Genova
Farmaci antidepressivi e per l'ansia in gravidanza.Vi raccontiamo spesso del grande lavoro fatto da AIFA online ed offline sull' informazione ed i farmaci.
Il periodo della gravidanza ed allattamento in particolare sono quelli che destano molti dubbi sulle terapie farmacologiche e la loro eventuale sospensione.
Per risolvere queste domande e tante altre è stato aperto il sito Farmaci e gravidanza oltre un anno fa.
Proprio in questa ottica informativa vi segnaliamo questo contributo riguardante l' uso di medicinali per disturbi di ansia e depressivi appena reso disponibile. 
"In seguito di un’accurata revisione della più recente letteratura scientifica, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha aggiornato le schede dei principi attivi impiegati per il trattamento dei disturbi d’ansia e depressivi in gravidanza e allattamento. Le schede sono pubblicate sul sito AIFA www.farmaciegravidanza.gov.it, l’iniziativa dedicata agli operatori sanitari e alle donne in dolce attesa e in allattamento per offrire loro uno strumento di consultazione sulla corretta assunzione dei medicinali in questo importante momento della vita di mamma e bambino.
I disturbi depressivi (Disturbo Depressivo Maggiore e Distimia) insorgono generalmente in età fertile, tra i 20 e i 40 anni di età.
Durante la gravidanza è stato stimato che la prevalenza dei disturbi depressivi sia pari a circa l’8-10% e che circa il 13% delle donne soffrano di tali disturbi durante l’anno successivo il parto, in particolar modo la depressione post-parto è più frequente nelle adolescenti, nelle madri di neonati prematuri e nelle donne che risiedono in aree urbane e con basso livello socio-economico.
La gestione della gravidanza nelle donne affette da disturbi dell’umore è complessa e necessita di un approccio multidisciplinare. La terapia farmacologica per questo tipo di patologie durante la gravidanza è fondamentale in quanto, se non trattate, possono associarsi a complicanze materne e fetali.
La depressione non trattata può comportare scarsa nutrizione (in parte dovuta alla riduzione dell’appetito), abuso di alcool, ideazione suicidaria e si associa ad una maggiore incidenza di parto prematuro, basso peso alla nascita e disturbi neuro-comportamentali. Inoltre, le pazienti depresse spesso non manifestano un’adeguata attenzione e cura di se stesse, della gravidanza e del neonato. Il trattamento dei disturbi dell’umore si basa sulla psicoterapia e sulla terapia farmacologica.
È necessario che quest’ultima sia costantemente monitorata, in quanto la gravidanza determina significative variazioni nella farmacocinetica dei farmaci (assorbimento, distribuzione ed eliminazione) e di conseguenza variazioni della loro concentrazione plasmatica, talora clinicamente rilevanti.
Il trattamento farmacologico dei disturbi depressivi e dei disturbi d’ansia si avvale di diversi tipi di farmaci, somministrati in mono o politerapia, a seconda della gravità della patologia e dell’efficacia della terapia stessa e include gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). A tal proposito, le schede tecniche dei principi attivi Citalopram, Escitalopram, Fluoxetina, Paroxetina, Sertralina, Venlafaxina, appartenenti proprio a questa classe farmaci, sono state riviste relativamente alle reazione avverse associate all’utilizzo dei medicinali contenenti tali sostanze.
In generale, l'assunzione di farmaci SSRI nel secondo trimestre di gravidanza è stato correlato con un rischio aumentato di preeclampsia. Tale segnalazione è ancora in fase di studio sia per i possibili fattori confondenti sia per la numerosità del campione studiato.
L’assunzione prolungata di antidepressivi SSRI nel terzo trimestre e in prossimità del parto, invece, può determinare rallentata crescita fetale e basso peso alla nascita, problemi di adattamento e sintomi di astinenza (tra cui tremori, irritabilità, disturbi del sonno, sindrome da distress respiratorio, ipoglicemia) di solito transitori.
Non è ancora confermata la possibile associazione tra assunzione materna di farmaci SSRI nell’ultimo periodo di gravidanza e ipertensione polmonare neonatale persistente (PPHN). Gli studi sono concordi che comunque il rischio sarebbe minimo.
Gli studi sugli effetti dell’esposizione a SSRI in gravidanza sullo sviluppo psico-motorio e cognitivo nel bambino sono rassicuranti, ma basati su piccoli campioni, mentre non è ancora definito il rischio di anomalie comportamentali. Sono necessari ulteriori studi prospettici a lungo termine che tengano conto anche dei fattori confondenti."

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