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Fashion blogger: passione o mercificazione?

Da Francescas

FB. Iniziali che non indicano il social network più famoso del mondo ma Fashion Blogger, cioè coloro che aprono un blog, desiderano comunicare al mondo tutto ciò che è fashion e  immortalare la cabina armadio personale.
Chi l’avrebbe mai detto che la nuova frontiera del fashion business è racchiusa in uno strumento alla portata di tutti, un semplice blog.
Per creare un blog non occorrono eccessive competenze artistiche o informatiche. Oramai le famose piattaforme utilizzate, Blogger e WordPress, sono veramente elementari. Seguono passo passo la creazione e la gestione del diario virtuale. A prova di inesperto!
Ciò che invece serve è una buona dose di fortuna e conoscenze in campo di comunicazione e marketing. Ne sa qualcosa la fashion blogger più famosa d’Italia, Chiara Ferragni.

FASHION BLOGGER: PASSIONE O MERCIFICAZIONE?
Dietro al suo enorme – seppur immeritato a mio parere – successo del blog insalatoso c’è ben altro che qualche scatto degli outfit. Una vera e propria strategia di marketing che ha portato la “star” made in Cremona a diventare parte integrante del fashion system, al cospetto dei grandi stilisti e a fianco dei divi nostrani.

In realtà cosa sta succedendo nel mondo della moda? perchè i blogger sono così corteggiati, osannati e catapultati al centro dell’attenzione di mezzo mondo?

La risposta sembra oscura eppure si trova sotto gli occhi di tutti. Questo fenomeno è il risultato di tanta ossidazione e molta rigidità da parte delle testate di moda. Non parlo solo di Vogue, ricordando la trama del famosissimo Il Diavolo veste Prada, ma anche di tante altre redazioni – piccole e grandi – che creano una vera e propria barriera per poter scrivere e parlare di moda. Se ci pensiamo bene,  in un blog si può scegliere di scrivere e soprattutto cosa scrivere senza essere censurati o letteramente silurati per mancanza di fondi.

Altro aspetto da considerare è la fruibilità che manca alla carta stampata. E’ vero, un Vogue o un Glamour su carta non può essere paragonato ad una pagina virtuale; anche perchè alcuni numeri sono pezzi da collezione da tastare con mano a distanza di tempo. C’è da dire però che le testate in questione non sono così aggiornate e al passo con i tempi rispetto al mondo dei blog. I tempi nelle redazioni sono tanto veloci ma non sono focalizzati solo sulla versione web del giornale.

Ulteriore punto importante è l’assenza di un prezzo da parte del blog. Esso viene visitato gratuitamente, sfogliato più volte e addirittura permette l’interazione con la fashion blogger per consigli e soffiate.

 

Questi tre punti invogliano il lettore ma anche il professionista che opera nel mondo della moda. Non a caso chiede personalmente la collaborazione con la fashion blogger in cambio di un prezzo o oggetto della propria collezione. Avvia un processo di sponsorizzazione e pubblicizzazione sul blog, veicolando l’immagine nel mondo virtuale.
Facendo una botta di conti, fare tutto ciò costa molto meno rispetto ad una pagina intera su un qualsiasi giornale di moda.

E allora se veramente all’origine dell’attività di blogger c’era la passione per la moda, ora c’è la smisurata voglia di apparire, l’essere protagonisti di eventi mondani e il corrispettivo di un prezzo; meglio se materiale rappresentato da borse, scarpe e vestiti.
Non sono da colpevolizzare le blogger. Sono solo state trascinate dall’onda del nuovo fermento. Il merito/colpa è da attribuire sempre a chi gestisce questo fantasmagorico, nebuloso, appagante e sempiterno fashion system.

Gente,  non vi sembra un pò troppo?
Osserviamo.
Pensiamo.
Rispondiamo.


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