"La moda di oggi è in mano alle banche. I marchi fashion, infatti, non appartengono più ai loro proprietari". Oggi le sfilate dell'uomo sembrano un circo Il problema, però, è che queste collezioni non sono reali. Creano solo eventi che fanno vendere tanti accessori" - Giorgio Armani
Non potevamo non citare le parole di Giorgio Armani che hanno chiuso le sfilate di moda maschile milanesi alzando un polverone e lanciando qualche frecciatina a marchi come Prada che a giorni sarà pronta a quotarsi sulla borsa di Hong Kong. "Non voglio avere creditori fuori dalla porta, non voglio sedermi a discutere delle mie collezioni con un manager che non ho scelto. Non ho debiti e voglio continuare a lavorare in solitudine, sostenendomi da solo e con il team di cui mi fido" continua Re Giorgio a fine sfilata, criticando i marchi che fanno della moda maschile un teatro al posto dello stile, a differenza di questi brand, lo stilista dichiara di voler continuare sul suo percorso silenzioso, quasi in punta di piedi. Insomma Armani sceglie la via solitaria senza l'appoggio dei grandi gruppi finanziari e proponendo in passerella la mitica giacca destrutturata creata nel 1972, il classico pantalone Armani rivisto in piccoli dettagli (cavallo abbassato, bottoni sulla caviglia, ispirazione che guarda all'Oriente), l'amato blu, una particolare T-shirt laccata per dare più luce ai sottogiacca e persino una riedizione elegante delle espadrillas.