“Se il Ministero accoglie la richiesta degli avvocati di Treviglio di accorpare le sezioni distaccate Treviglio e Cassano, è esclusa in partenza ogni possibità di aggregare Treviglio a Crema, nostra ultima speranza” confida un avvocato di Crema. A inquietare i legali cremaschi è un articolo del Corriere della Sera, edizione di Bergamo, il quale spiega che il criterio scelto dal ministero della Giustizia è l’incrocio del fato della popolazione e l’indice di litigiosità, ovvero il numero di cause rispetto al dato demografico.
Strano criterio: se l’indice cambia di molto nel giro di tre anni si sposta il tribunale? Tempi bizzarri questi. Treviglio comunque potrebbe farcela senza Crema. E quindi gli avvocati di Crema diventeranno tutti pendolari. Ma quel che conta è la dequalificazione poco credibile, visti i criteri, che subisce Crema, molto meno potente politicamente del Bergamasco.
Ecco il significativo brano del Corriere
I numeri sono dalla parte della cittadina (Treviglio, ndr). Il bacino d’utenza è di 41 comuni, pari a 234.000 abitanti. A parlare, inoltre, è il carico di lavoro, vale a dire l’indice di litigiosità. Nel 2011, solo per il civile, i nuovi procedimenti sono 2.025, quelli chiusi sono stati 2.254, mentre quelli ancora pendenti sono 1.374. Passando poi al penale, sempre lo scorso anno, le nuove cause sono state 478, quelle chiuse 567, mentre i procedimenti ancora in corso sono 430. «Va considerato che i processi per direttissima e le cause di lavoro, anche se riguardano il territorio trevigliese, vengono celebrati a Bergamo – prosegue (Laura, ndr) Rossoni -, altrimenti il carico di lavoro da conteggiare sarebbe ancora superiore». «Al dottor Birriterri abbiamo lasciato una breve relazione con diverse e documentate valutazioni che inducono a mantenere la sezione del tribunale operante a Treviglio», aggiunge Pignatelli, che ripropone l’ipotesi alternativa «di costituire il tribunale dell’Adda, data la vicinanza di Treviglio e Cassano». E fa appello alla politica: «Confidiamo ora nell’interessamento dei parlamentari bergamaschi».
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