Il voto in Grecia non cambierà le sorti dell’Europa. Nulla di quello che accade in un Paese periferico di 11 mln di abitanti può modificare le sorti della storia di una comunità che ne conta 503 mln. Anche quello che succede in un quartiere di Londra, o, meglio ancora, di Berlino ha più peso delle elezioni greche. Nemmeno la sua fantomatica uscita dalla moneta unica che, comunque, non pare essere in discussione, sposta questi equilibri. Per la Grecia l’Ue avrebbe potuto fare tanto ed in breve tempo, non ha fatto quasi nulla e per una lunga pezza, salvo minacciare sfracelli finanziari e devastazioni sociali, perché non teme conseguenze dal default ellenico, perlomeno non a livello strutturale.
Piuttosto, tutto ciò sia da monito agli altri associati che si illudono di vivere in una famiglia di pari dove ci si aiuta nei momenti difficili. Non è così. Se non ti chiami almeno Parigi non hai diritto a mettere becco in nessun argomento. Con i soli soldi buttati in Ucraina Bruxelles avrebbe potuto dare ai greci quella carica necessaria per tornare a credere nel progetto generale. Ma non l’ha fatto perché Atene non andrà da nessuna parte. L’Ue è solo il primo cerchio che tiene legati i paesi dell’orbita egemonica occidentale. Fuori c’è una seconda catena, più possente e costringente, che si chiama egemonia americana e che non permetterà agli ellenici di fare le loro libere scelte.
In Grecia, infatti, ha vinto la sinistra al caviale che non ha nessuna intenzione di rovesciare le vecchie consolidate abitudini che hanno portato il Paese in quelle penose condizioni. Volete sapere chi è Tsipras? Tsipras è Barbara Spinelli, è Curzio Maltese, è Moni Ovadia. Tsipras è Matteo Renzi che guida Sel anziché il Pd. Lui stesso, Tsipras, dice di ispirarsi a Renzi perché condivide il suo progetto di sviluppo. Quale? L’Europa delle solite chiacchiere ecologiche, politicamente corrette, economicamente impossibili, socialmente distruttive e internazionalmente servili. In Grecia, mutatis mutandis, ha vinto il “partito comunista dell’interno”, quello eurocomunista e legato all’occidente, lo stesso che ai tempi dei colonnelli preparava la possibile transizione alla democrazia in accordo con gli Usa, perché le dittature non sono mai per sempre. Infatti, la Grecia non va a ridiscutere le alleanze ma a chiedere clemenza ai suoi strozzini. Qualcosa otterrà, ma non la sua sovranità.
Ci risentiamo tra qualche mese per le conferme.
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