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Fausto Puglisi difende lo spacco di Belèn

Creato il 24 febbraio 2012 da Dg_victims @DG_VICTIMS
Fausto Puglisi difende lo spacco di Belèn Fausto Puglisi difende il suo lavoro e la farfalla tatoo della Rodriguez. Lo abbiamo incontrato nel secondo giorno di sfilate per vedere la sua prossima collezione invernale e tra borchie in stile gladiatore e chiodi in spandex la domanda è d’obbligo, la curiosità è lecita e la conversazione cade sullo spacco di Belèn a Sanremo. Ha dato scandalo a Sanremo con l’abito disegnato per Belen, il secondo della seconda serata, quello che si spaccava su coscia e farfalla tatuata. Com’è nato quel modello? «Ancora con questa storia di Belen? Io non capisco tutto questo clamore, davvero, con tanta volgarità che c'e' in tv, non mi sembra che mostrare un corpo così perfetto in tutta la sua bellezza sia così sconvolgente. Un corpo tanto statuario non può essere volgare, neanche nudo; la volgarità e la malizia stanno negli occhi di chi guarda. Lo sa, il più bel complimento ricevuto per quella mise è che con quell’abito ho trasformato la donna in statua greca.» Si,però qui stiamo parlando di Sanremo, non è stata una scelta un po’ azzardata? «Ma perché? Un nudo in passerella è accettato e a Sanremo no? Frida Giannini ieri ha fatto sfilare dei modelli splendidi dove il corpo nudo traspare da abiti meravigliosi, perché sulla passerella di Gucci è uno spettacolo, mentre a Sanremo è scandalo? Vanno bene solo le “donne-meringa”? Non capisco perché la moda debba venire concepita come qualcosa di a sé stante rispetto a una manifestazione così importante come il festival della canzone italiana. Un tempo era diverso.» Si riferisce agli altri “nudi celebri” di Sanremo? «La spallina caduta di Patsy Kensit nel 1987 certo, o la pancia nuda di Patty Pravo, ma non solo, io sono cresciuto con il Festival e mi ricordo che lo attendevo con ansia perché tutti i grandi stilisti avrebbero vestito i protagonisti, da Gianni Versace a Dolce & Gabbana, hanno creato per Sanremo come si crea per una passerella.» In questo caso quindi la provocazione non c’entra, caso mai l’ispirazione… «Il fatto è che mi piacciono i materiali violenti, crudi, la pelle, il crêpe di lana, mi piace essere duro, se uso lo chiffon, come ho fatto per l'abito di Belèn, lo apro con uno spacco. Quello che ha dato fastidio è il fatto che lei abbia giocato con il suo corpo, ma non mercificandolo, al contrario; nel muscolo teso della coscia che viene mostrata oltre i veli dell'abito c’è tutta la potenza di una bellezza consapevole, non di una donna-oggetto.»  Tra le star che ha vestito, di recente, ci sono anche Nicki Minaj e M.I.A., spalle di Madonna al Super Bowl; com’è stato lavorare con lei? «Lavorare con Madonna è stato bellissimo, ma è come fare il militare, anzi, è cento volte più dura, lei è una vera perfezionista, controlla tutto in maniera maniacale, era lei l'art director per il suo spettacolo al Super Bowl. Il risultato comunque è stato super, sono molto contento. Lavorare per lei poi è stato un continuum con la collezione del prossimo Autunno-Inverno.» Dove non ha abbandonato le mise da gladiatore… «Volevo farlo, ma alla fine quello sono io, è il mio DNA, sono nato così la prima volta che ho esposto in Spiga 2 e così resto. In questa collezione mi sarei staccato da questa coperta di linus, ma poi lavorando per Madonna, che voleva mise alla gladiatore per Nicki Minaj e M.I.A, mi sono lasciato prendere la mano e l'ho reinserita, e' stato più forte di me. Per il resto la collezione oscilla tra l'immaginario delle American Cheerleader e le signore sofisticate della quinta strada: così spalline intersiate si uniscono a una palette tropicale alla Palm Springs e chiodi in spandex dalla stampa ellenica.» Fausto Puglisi difende lo spacco di BelènFausto Puglisi difende lo spacco di Belèn Fausto Puglisi difende lo spacco di BelènFausto Puglisi difende lo spacco di Belèn

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