
da qui
Ci fu un periodo, da ragazzo, in cui avevo deciso di imparare a cucinare: consultai un manuale, ne applicai alla lettera i consigli e sfornai un’amatriciana strepitosa. Da allora coltivai l’idea di poter fare tutto con l’apporto di un prontuario indovinato. Le guide successive riguardarono la ginnastica coi pesi, gli scacchi, il calcio, le arti marziali e le tecniche psicologiche, come l’enneagramma. Oggi, conosco qualcosa che nessun manuale potrà mai insegnare: debellare l’egoismo, entrare in sintonia con il diverso. Da una parte mi dispiace, dall’altra mi attira l’idea che siano imprese uniche, destinate a passare per le forche caudine delle resistenze, per i labirinti da cui solo in prima persona si può uscire. Mi è rimasta un’illusione: compilare un manuale di scrittura creativa, che nel mio caso può essere unicamente un prontuario alla rovescia, alternativo ai tanti che ho sfogliato con tedio e insofferenza. La scrittura è tra le cose da prendere di petto, come gli orchi delle storie o i mostri che appaiono nei sogni. Prima o poi lo scriverò: spero sia all’altezza dell’amatriciana del ragazzo dei manuali, della sua fede recidiva nelle favole.





