Su Rai 3 torna il consueto appuntamento del fine settimana con Fabio Fazio e “Che tempo che fa”. Ospite della puntata il giornalista e scrittore Giorgio Bocca che insieme al conduttore ha ripercorso la sua lunga carriera e parlato del suo libro “Fratelli Coltelli 1943 – 2010 L’Italia che ho conosciuto”, nel quale, riproponendo articoli ed estratti dalle sue opere, narra la storia d’Italia dalla caduta del fascismo fino ai giorni nostri.
“Per rompere il ghiaccio, lei ha 90 anni, come li ha festeggiati e cosa le hanno regalato”?
“Niente di niente, io faccio sempre festa”!
Lapidario e crudo come sempre, oserei dire anche, efficace e concreto, caratteristiche che hanno accompagnato in tutti questi anni di carriera la narrazione del giornalista che si è affiancato all’evolversi della storia della nostra Italia.
“ La sostanza del giornalista è capire cosa accade intorno a te, tutti i giornalisti lo vorrebbero fare e partono con questo ideale, poi si vendono e non raccontano più le cose come accadono nel mondo. Si vendono per opportunismo, ai direttori, alla pubblicità e cominciano a mentire”.“La guerra partigiana ha rappresentato un periodo pieno di opportunità”? domanda Fazio – “ Per assurdo avevamo paura che gli alleati arrivassero troppo presto di aver avuto il tempo di lottare per guadagnarci la libertà”!
Poi il nord costruisce un Italia quasi americana e il sud invece resta arretrato, povero.
Nel racconto del ’68 Bocca rivela che l’anno orribile non è mai stato rivoluzionario, perché “senza nessun programma”, semplice stato di eccitazione, movimento borghese e antipatico. Per Bocca la critica agli antifascisti di non aver fatto la rivoluzione, trova risposta nella frase di Togliatti che disse: “Ci provi lei a fare la rivoluzione, non è mica così facile”.
Si racconta poi della mafia come istituzione che serve a “raccogliere i soldi dei vizi degli italiani e a trasferirli al sistema bancario, il denaro sporco non esiste, è tutto pulito. Purché venga raccolto” e conclude affermando che la criminalità organizzata ci sarà sempre.
La parte sul berlusconismo è particolarmente breve: “Per nausea, ho scritto tante centinaia di pagine su Berlusconi che mi son stufato”.
L’Italia ladra? Per Bocca è difficile rimanere onesti, perché rubano tutti.
Concetti terribili, detti con calma assoluta rendendo tali parole ancora più inquietanti.
In studio anche il comico Giorgio Panariello al debutto con il suo show “Panariello non esiste” il 27 dicembre all’Auditorium Conciliazione di Roma. Spettacolo inedito con monologhi e personaggi ispirati all’attualità che porterà in tour in tutti i teatri italiani fino all’aprile 2011;Come sarà Panariello non esiste?
“Cominciamo dal titolo. Mi è capitata una cosa che mi ha fatto riflettere. Ho incrociato per strada una signora che non appena mi ha visto ha detto al suo bambino: “Lo vedi chi c´è?”. Il piccolo mi guardava con l´aria stranita. E lei: “Come, non lo riconosci, è Panariello, quello che ti fa ridere in televisione”. La risposta del bambino è stata: “Ma Panariello non esiste”. Evidentemente dentro il cubo televisivo io, i Gormiti e Bruno Vespa per lui sono la stessa cosa. Quando dissi a mia nonna che avrei lavorato in Rai, lei rispose “ho fatto un sugo buono, che glielo porti a Pippo Baudo?”: per molta gente se non sei dentro il televisore non esisti. E allora mi è venuto in mente di fare uno spettacolo che racconti il Panariello quotidiano, che fa la spesa al supermercato ma anche quello televisivo, con i suoi personaggi. Insomma, tra realtà e fantasia: “Cerco di infondere il buonumore con nuovi personaggi e poi ternerò in Tv”!