Fazio-Saviano: no ai Pro Vita

Creato il 26 novembre 2010 da Strippi
"...concedere un cosiddetto diritto di replica alle associazioni pro-vita significherebbe avallare l'idea che la nostra trasmissione sia stata 'pro-morte"
Con queste parole si consuma il Gran rifiuto da parte del team di "Vieni via con me" alla richiesta, da parte del Cda Rai, di dare spazio al movimento Pro vita dopo quello dato al caso Welby e al caso Englaro, due puntate fa.
A mio modestissimo parere la ragione sta tutta dalla parte del programma di Rai Tre:
1 Ormai si cerca di estendere la par condicio a qualunque cosa e a qualunque situazione e questo è semplicemente assurdo anche perchè allora dovremmo dar voce a tutte le varie associazioni e alle varie sfumature etiche (Aborto si ma eutanasia no, aborto no ma eutanasia si, no all'accanimento terapeutico ma no anche all'eutanasia, e via discorrendo)
2 Il sig. Englaro e la vedova Welby non rappresentavano alcun movimento ma hanno solo raccontato, o fatto raccontare, una storia che li ha coinvolti da vicino, non c'erano giudizi di merito o di scelte giuste o sbagliate ma solo scelte personali
3 Solo chi non ha visto la trasmissione può pensare che l'intervento di Saviano sul caso Welby fosse "pro morte" anzi , al contrario, l'autore casertano ha ricordato più volte l'incredibile attaccamento alla vita di Piero Welby e di come abbia sempre cercato di superare tutte le difficili prove che la vita gli ha gettato addosso
4 E' una trasmissione, funziona anche e forse sopratutto per i temi che tratta e per come li tratta e visti i dati Auditel, il pubblico non ha trovato così scandalosa la puntata
5 Basta con questa ipocrisia, ieri Fede invocava l'uso della violenza sui ragazzi che scioperavano ma oggi non ho visto nessun manifestante ospite del Tg4 per difendere le ragioni dei manifestanti.
Sullo sfondo di questa bagarre, che immaginiamo non sarà l'ultima, c'è un programma che piace, che fa discutere e che fa parlare di sè, che ha utilizzato il mezzo televisivo in maniera nuova, leggera, proponendo temi importanti con tatto e senza urla.
Può piacere o non piacere ma è innegabile che il programma sia culturalmente molto al di sopra del "prime time" medio che le televisioni ci propinano e per una volta sembra che il servizio pubblico abbia fatto il suo dovere

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