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FC Internazionale 2.0: che cosa può cambiare con l’arrivo di Thohir?

Creato il 20 novembre 2013 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

L'Assemblea dei soci del 15 novembre ha segnato il passaggio di proprietà della quota di controllo di FC Internazionale Spa dalla Famiglia Moratti alla International Sports Capital, società finanziaria che fa riferimento all magnate indonesiano Erik Thohir.

Come anticipato da tutti i giornali, la International Sport Capital ha effettuato un investimento di 75 milioni di Euro (dei quali 15 sotto forma di aumento di capitale ed il restante come "sovrapprezzo" sulle azioni), ottenendo in cambio il 70% delle quote di FC Internazionale Spa. La Famiglia Moratti è scesa al 29,5% del capitale della società (detenuta attraverso Internazionale Holding Spa) e gli altri azionisti allo 0,5%.

 

Inter Capitale Sociale pre e post Thohir FC Internazionale 2.0: che cosa può cambiare con larrivo di Thohir?

 

L'investimento complessivo di Thohir e dei suoi soci Rosan Roeslani e Handy Soetedjo (ambedue entrati nel Consiglio di amministrazione dell'Inter, con l'ultimo che avrà un ruolo più operativo nella gestione economico-finanziaria della società) è però di più ampio respiro, essendo stimato pari a 250 milioni di Euro in questa prima fase. La International Sport Capital, infatti, ha contestualmente preso in carico direttamente 180 milioni di Euro di debiti (presumibilmente bancari) dell'Inter, liberando così in modo significativo la società dal peso delle gestioni pregresse.

 

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La tabella non è in realtà corretta, perché che effettua una fotografia della situazione al 30.06 come se l'intervento del nuovo socio fosse avvenuto allora. In realtà dal 1° luglio ad oggi la società avrà generato nuovi crediti e nuovi debiti. Consente però di farsi un'idea di massima dell'impatto positivo che è stato generato sulla situazione patrimoniale della società.

 

Dal canto suo Massimo Moratti provvederà ad effettuare nei prossimi mesi un ulteriore (ed ultimo) versamento di circa 25 milioni di Euro per rafforzare ulteriormente il patrimonio netto della società e contribuire a dotarla di risorse anche finanziarie per iniziare il nuovo cammino.

 

Ora che questa prima fase dell'operazione si è esaurita, sarà interessante capire come la nuova proprietà intenda risolvere a monte il problema della gestione dell'Inter. Una delle ragioni per le quali si è arrivati a questa situazione è, probabilmente, sintetizzata dalla tabella che segue: 467 milioni di perdite di esercizio registrate nelle ultime 5 stagioni.

 

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Questo valore, sebbene influenzato dall'anno 2008/2009 che da solo vale 155 milioni di perdite (quindi il 33% del totale), ha significato ogni anno la necessità di intervenire sul capitale con esborsi medi nell'ordine dei 75/80 milioni di Euro.

Il tutto in un contesto di progressiva adozione delle regole del Fair Play Finanziario, che allo stato attuale vedono l'Inter sfiorare di gran lunga la massima perdita consentita sia per il primo periodo di monitoraggio (che riguarderà le stagioni 2011/12 e 2012/13), sia per quello successivo, che sarà triennale aggiungendo anche la stagione 2013/14: la perdita massima consentita è di 45 milioni di Euro per periodo di monitoraggio, quindi l'Inter è già fuori dei giochi.

Il che, per tranquillizzare i tifosi interisti, non significa che verrà automaticamente esclusa dalle competizioni europee, ma probabilmente sottoposta a sanzioni da parte della UEFA. In questo senso sarà importante dimostrare di aver intrapreso un cammino di progressivo risanamento dei conti, in modo da convincere il CFCB (Club Financial Control Body, ovvero l'organo UEFA incaricato di supervisionare i numeri e proporre le sanzioni) che la proprietà ha deciso un cambio di rotta che ha solo necessità di tempo per manifestare appieno i propri effetti positivi. Il cambio di azionista di riferimento, ovviamente, aiuta.

 

 

Il compito che attende Thohir e i suoi soci non è dunque agevole. Occorre recuperare un disavanzo medio do 70 milioni di Euro e farlo in maniera tale da portarla a livelli top. Secondo le stesse parole del neo-Presidente "Tra dieci anni solo 10 club calcistici saranno ricordati in tutto il mondo perchè saranno vincenti, per l'entusiasmo che sapranno trasmettere e perchè saranno società sane. E l'Inter sarà tra questi club ". Già, ma come?

 

Dalle dichiarazioni rilasciate in questi giorni, sembra che il percorso identificato sia un mix fra rivisitazione della struttura dei costi ed incremento dei ricavi:

  • rilancio degli investimenti sul settore giovanile, allo scopo di produrre "in casa" (quindi a costi contenuti) una parte dei giocatori che poi faranno parte della rosa titolare dell'Inter. In questo senso il richiamo alle grandi squadre europee è abbastanza centrato, in particolare con riferimento a quelle tedesche.
  • adozione di una più efficace attività di scouting a livello internazionale, che consenta di identificare giocatori giovani ma già talentuosi, da affidare ad un allenatore che dimostri di essere capace di ottenere da loro il massimo rendimento possibile, sia per mantenerli nella rosa titolare, sia per finanziare attraverso il calciomercato gli investimenti della squadra;
  • apertura decisa allo sviluppo delle iniziative commerciali sui mercati dell'Asia (dove esiste un potenziale di 2,5 miliardi di consumatori da trasformare in tifosi) e Nordamerica (dove il calcio sta progressivamente aumentando la sua importanza), sulal falsariga di quanto fatto negli ultimi anni da molte squadre, Manchester United in testa.

 

Poi ci sarà la partita dello stadio, per il quale esiste l'idea di Rho, esisteva un budget di massima (300 milioni di Euro) ma che per il momento non è indicato come priorità. Non ufficialmente, quanto meno.

 

 

 

 


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