Con Fièvre Louis Delluc ci presenta un affresco breve ma intenso. Pur essendo andate perdute le didascalie, la vicenda risulta di facile comprensione in tutta la sua drammaticità.
Siamo a Marsiglia in una piccola taverna sul porto gestito da Topinelli (Gaston Modot) e sua moglie Sarah (Ève Francis). Insieme ad un gruppo di marinai di ritorno dall’oriente, spunta però Militis (Edmond Van Daële), vecchia fiamma di Sarah. Con suo grande dispiacere l’uomo si è nel frattempo sposato con una donna orientale (Elena Sagrary) che lo ha vegliato quando era gravemente malato. Nel giro di pochi istanti scoppia una rissa furiosa che porta inevitabilmente ad un finale tragico.
Il film doveva inizialmente chiamarsi La boue (la boa), ma la censura non approvò il titolo e ne permise l’uscita solo dopo qualche taglio e il cambio del nome. Le vicende sono intrise di un grande simbolismo, specialmente nella seconda parte. Il finale drammatico ben si inserisce all’interno del cinema di Delluc, regista molto promettente che morirà nel 1924 all’età di 34 anni. Tra gli attori spicca Ève Francis, moglie di Delluc, che riesce ad interpretare perfettamente il ruolo di Sarah, barista che pagherà a caro prezzo il proprio amore. Ugualmente bravo Modot (attore dalla filmografia impressionante) nell’impersonare l’antipatico gestore della taverna. Molto interessanti risultano le scene in cui si alternano azioni che si svolgono contemporaneamente (all’inizio del film) o epidosid avvenuti nel passato con quelli presenti. Fièvre è un film piacevole con numerosi spunti interessanti. La breve durata contribuisce ulteriormente a rendere godibile il tutto. Il film non risulta purtroppo edito in dvd.
Curiosità: Ève Francis, oltre ad avere recitato in quasi tutte le opere del marito, è nota anche per la sua attività al fianco di Marcel L’Herbier sia come attrice che come aiuto regista.