“Il sistema calcio è delegittimato da chi lo rappresenta“
Mai queste parole, pronunciate nei giorni scorsi in occasione di un Convegno presso l’Università di Padova, non da “ultras”, bensì dal numero Uno dello sport nazionale, il Presidente del CONI, Dr. Giovanni Malagò, appaiono assolutamente appropriate, alla luce del gravissimo, inconcepibile ed inammissibile Comunicato emesso ieri, 28 marzo 2014, dalla Lega Calcio di Serie A nei confronti di “talune tifoserie che accampano imprecisati diritti di proprietà morale sui club”.
Vale a dire nei confronti di coloro i quali, direttamente ed indirettamente (biglietti, abbonamenti allo stadio ed alle pay tv, merchandising), sono i principali finanziatori delle società di calcio e che, in taluni casi, ne sono anche, quali azionisti, comproprietari, sia pure minoritariamente.
Di coloro i quali, al di là della passione per i colori della propria squadra, passione negativamente definita una “pretesa di proprietà morale”, anziché positivamente come senso di identità e di appartenenza, debbono essere considerati e rispettati quali i “signori consumatori” degli spettacoli, spesso indecenti, organizzati ed offerti, in particolare, da taluni “padroncini delle ferriere” e “tirannelli”, in evidenti difficoltà.
“Padroncini“ e “tirannelli” che spadroneggiano nella Lega Calcio di Serie A: una Lega incontrollabile ed incontrollata da una FIGC che, istituzionalmente, dovrebbe provvedere a tale controllo, essendo la predetta Lega un organismo della stessa FIGC.
Quest’ultima ormai ridotta a fare come le tre famose “scimmiette”: che non sentono, non vedono e non parlano.
Una Lega Calcio di Serie A che ha l’ardire di pretendere “rispetto” e di parlare di “prestigio del calcio nazionale”.
Una Lega che ha come Presidente un soggetto che quella carica non avrebbe potuto e non potrebbe ricoprire, trovandosi, da tempo, in una clamorosa situazione di conflitto di interessi e che aveva eletto come proprio Consigliere, poi dimessosi, un soggetto assolutamente non eleggibile, sia per i reati, sia per le violazioni sportive commesse.
Una Lega che ha nominato come proprio rappresentante nel Consiglio federale un soggetto mai assolto da plurimi, gravi reati, quali quelli di frode sportiva e attinenti al mercato finanziario, da ultimo, definitivamente riconosciuto colpevole per uno di tali reati, scampato, a differenza degli altri, all’estinzione per prescrizione.
Reati comportanti tutti la decadenza, per il venir meno di requisiti di onorabilità, da cariche societarie e federali.
Un soggetto, inoltre, riconosciuto obbligato al risarcimento del danno arrecato alla Federazione, costituitasi parte civile, in conseguenza del reato di frode sportiva, ancorchè dichiarato prescritto.
Danno cagionato, cioè, a quella stessa Istituzione di cui, disinvoltamente, continua a rimanere e pretende di continuare a rimanere, come se nulla fosse, un esponente apicale.
E, dulcis in fundo, la Lega pretende il “rispetto” e parla di “prestigio del calcio nazionale”, annoverando tra i suoi componenti chi, nei giorni scorsi, è stato considerato dalla Football League inglese privo dei requisiti per assumere il controllo di una società della Serie B britannica, in quanto, anche in questo caso, a seguito di una condanna penale, ritenuto, proprio in base alle norme del nostro ordinamento sportivo, “dishonest”.
Da che pulpito arriva la predica!
La Lega Calcio di Serie A, nel suo delirio di onnipotenza e di autoreferenzialità, sembra dimenticare che il nostro è un Paese ancora democratico, la cui Costituzione riconosce e garantisce a tutti i cittadini ( tali, meno per qualcuno, sono i tifosi) il diritto ( art. 21, 1° comma, Costituzione) “di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”.
Sembra dimenticare, altresì, che il diritto di critica, pur aspra, rappresenta una delle fondamentali estrinsecazioni del diritto di cui sopra e che, giammai, la critica può essere gabellata e mistificata per un atto o comportamento illecito.
Lega che ignora o finge di ignorare che un altro cardine costituzionale è rappresentato dal principio ( art. 27, 1° comma, Costituzione), secondo cui “ la responsabilità penale è personale”, non potendosi, pertanto, ammettere e tollerare attribuzioni di tale responsabilità in maniera generica, generalizzata, indistinta per intere categorie di persone.
L’aperta e pesante minaccia costituita dall’invito nel Comunicato alle “Autorità preposte”, affinchè impediscano e reprimano presunti atti e comportamenti illeciti, peraltro non specificati e non individualizzati, ma che, in realtà, almeno sinora e nella stragrande maggioranza dei casi, sono assolutamente leciti, in quanto espressione del richiamato diritto di manifestare liberamente il proprio dissenso e la propria critica, è oggettivamente intimidatoria, anche perché proveniente da una Istituzione, sia pur sportiva, oltreché diffamatoria.
Assurda, puerile e, persino, grottesca è, poi, la pretesa di catalogare i tifosi, come si faceva una volta a scuola quando il capoclasse segnava sulla lavagna i “buoni”- “la parte sana”- e i “ cattivi”.
Tifosi evidentemente intesi come dei “minus habentes”, dei meri “ plauditores” o “ claquer”, che dir si voglia, i quali, a questo punto, se così è, dovrebbero essere pagati, esercitando un mestiere, e non pagare per assistere alle partite di calcio.
Con l’incredibile, stupefacente Comunicato in oggetto si è passato ogni limite e questa infelice e controproducente “sortita” della Lega Calcio di Serie A, già preannunciata da dichiarazioni di un suo Consigliere, evidentemente richiesta o imposta da quest’ultimo, ad adiuvandum di sè stesso, non può essere lasciata passare senza una adeguata risposta e reazione.
Pertanto, a tutela dei sacrosanti e inalienabili diritti collettivi dei sostenitori, quali, nello specifico, oltreché cittadini, consumatori di spettacoli sportivi, ai quali si vorrebbe, financo, impedire il diritto di decidere se assistere oppure no alle partite e se pagare oppure no per assistervi, Federsupporter, quale Ente esponenziale di tali diritti, ha già dato mandato ai propri legali di fiducia di valutare l’eventualità di ogni opportuna iniziativa, nessuna esclusa, nelle competenti sedi , con riserva di comunicare nei prossimi giorni l’esito di tale valutazione .
Il Presidente