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Femminismo in pillole #2

Da Femminileplurale

Immagina un mondo dove vale la pena di vivere, e chiediti se non vale la pena di lottare per costruirlo (L. Feinberg)

Oggi ricorre la Giornata Mondiale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Il 17 maggio 1992 l’omosessualità  è stata ufficialmente rimossa  dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Per ricordare questa giornata, uno stralcio della postfazione (scritta nel 2003) del romanzo Stone Butch Blues (1993) di Leslie Feinberg che discute di diritti e invita alla lotta.

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da Stone Butch Blues* di Leslie Feinberg:

Sento il calore di un fuoco inestinguibile, quello della resistenza all’oppressione.

Mentre scrivo siamo nel giugno 2003, nel mese del pride, quando milioni di persone negli Stati Uniti e in tutto il mondo marciano nelle strade, tra le acclamazioni e gli applausi di altri milioni. Nelle vie di città e paesi, riserve e università, i venti di cambiamento fanno sventolare bandiere arcobaleno.

Il nostro inarrestabile movimento di base ha ottenuto moltissimo durante i decenni in cui la storia [del romanzo] si svolge. Eppure gli attivisti hanno ancora molto lavoro da fare.

Viviamo nella peggiore delle epoche; viviamo nella migliore. Sarà quello che noi ne faremo.

Se avessi scritto questo romanzo all’alba del XXI secolo, Jess e i suoi amici avrebbero forse marciato per i fondamentali diritti civili GLBT? Oppure avrebbero trovato il loro spazio nelle battaglie sempre più vaste contro il capitalismo, questo spietato sistema economico i cui sottoprodotti sono l’ineguaglianza e l’ingiustizia?

Sto digitando queste parole mentre questo giugno 2003 risuona d’orgoglio. Che anno è ora, mentre le leggete? Cosa è stato vinto, e cosa è stato perso? Da qui non posso vederlo, nè predirlo. Ma una cosa so: voi ora state sperimentando l’impatto di ciò per cui oggi noi del movimento prendiamo posizione e ci battiamo. Il presente e il passato sono la traiettoria del futuro. Ma l’orbita della storia non si volge automaticamente verso la giustizia: come disse il grande abolizionista Frederick Douglass, senza lotta non c’è progresso.

Posso dire questo con certezza: se la vostra vita è schiacciata dai meccanismi economici e sulla vostra schiena pesa il fardello dell’oppressione, voi e chi vi sta intorno siete assetati di libertà. cercate le nostre bandiere multicolori che risalgono il pendio del passato e avanzano nel vostro presente. Ascoltate le nostre voci, i nostri canti di protesta sempre più vicini. Raggiungeteci in prima linea. Stiamo marciando verso la liberazione.

È per questo che i personaggi di Stone Butch Blues hanno combattuto.

L’ultimo capitolo di questa saga di lotta non è ancora stato scritto.

* L. Feinberg, Stone Butch Blues, Il Dito e la Luna, Milano 2004


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