Secondo i praticanti dell’antica disciplina del Feng Shui* esisterebbero delle particolari predisposizioni da seguire per orientare i vari locali di un’abitazione, nonché l’arredamento della medesima.
Partendo dalle basi, una buona casa dovrebbe avere una pianta quadrata o rettangolare, senza angoli o parti mancanti. Ai suoi lati dovrebbe disporre di piante alte a est, piante basse a ovest, un masso a nord e il lato sud esposto maggiormente alla luce del sole.
Anche l’interno della casa andrebbe curato secondo precise indicazioni. Arredare la zona giorno, la zona notte, ma anche tinteggiare le pareti e disporre i mobili può infatti influire sull’armonia che si verrà a creare in ciascuna singola abitazione.
Questo sempre secondo il Feng Shui, ovviamente.
Anche senza esserne fanatici è però innegabile che l’ambiente in cui si lavora influisce più o meno pesantemente sulla produttività.
Il mio ufficio è abbastanza “caldo”, ossia personalizzato, friendly. La sedia l’ho scelta io, idem il materiale da cancelleria disposto sulla scrivania. Per contro ho avuto modo di visitare altri uffici e studi che trasmettevano un senso di freddezza e pesantezza piuttosto marcati.
Posti da cui non vedevo l’ora di andarmene.
E per quel che concerne la scrittura?
Non so voi ma io riesco a produrre quasi ed esclusivamente nella mia postazione casalinga. Scrivania di fianco alla finestra, libreria davanti, letto sul lato destro, di fianco alla televisione, che può fare da sottofondo alla bisogna.
Piantina mangiamosche davanti, portapenne (due) a lato del portatile, sostegno per il cellulare sull’altro lato.
Ecco, quando scrivo io sono otto volte su dieci in una postazione di questo tipo. Altrove rendo assai meno. Riesco a prendere appunti praticamente ovunque, anche in piedi su una metropolitana affollata, ma per scrivere ho bisogno dell’armonia del mio spazio. Raramente mi è capitato di sfornare qualche breve racconto in montagna, o in un’altra stanza della casa, ma lo sforzo profuso, in questi casi, è sempre stato maggiore rispetto ai risultati.
Limite mio? Può darsi.
Non so se ho tirato in ballo il Feng Shui a sproposito, ma è la prima cosa che mi è venuta in mente all’atto di lavorare a questo articolo (scritto, manco a farlo apposta, nella postazione che vi ho appena descritto).
Forse si tratta soltanto di abitudine e comodità, ma io ci vedo qualcosa di più vicino alla creazione di un flusso di energia positiva in grado di mettermi a mio agio e di estraniarmi da tutto ciò che disturberebbe la creatività. Proprio nel Feng Shui questi ostacoli vengono definite “barriere in grado di ostacolare l’energia”, e possono essere generate anche, per esempio, dal semplice spostamento di un divano o di una lampada.
Voi come siete messi?
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* E’ un’antica arte geomantica taoista della Cina, ausiliaria dell’architettura, affine alla geomanzia occidentale.