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Fenomenologia di Beckham, il calciatore-star 2.0

Creato il 16 maggio 2013 da Mbrignolo
David Beckham sulla rivista Ok

David Beckham sulla rivista Ok

NOTIZIE (Milano). Uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi? Forse, sicuramente uno degli inglesi più grandi. Un campione, indubbiamente, in tre cose fondamentali per interpretare il calcio moderno. La prima, la più importante di tutte, gliel’ha regalata la sua capacità di imparare e allenarsi con una professionalità tale da diventare campione sul campo anche se non lo era. Dote rara, dote sulla quale alcuni giocatori, assieme allo stile, hanno saputo costruire intere luminosissime carriere. Lui in questo è stato ed è il migliore di tutti, quello che viene ancora ricordato dai compagni che ha avuto (e da quelli che ha), come uno dei giocatori che si allena meglio in assoluto, il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Beckham ha imparato i fondamentali del calcio tutti i giorni, ha giocato in molti ruoli, ma è diventato un asso a destra, ma soprattutto, sul campo verde,  e non si è mai sentito arrivato.

Volete sapere la seconda dote? Si è gestito talmente bene da diventare lo sportivo più famoso del mondo nella sua disciplina e un vero brand miliardario (in sterline). Nell’industria dell’abbigliamento, in ogni squadra che ha frequentato, ha spostato gli equilibri facendo vendere decine di milioni di magliette in ogni angolo del globo. Non molto tempo fa, uno splendido articolo del Daily Mail raccontò l’esatta cifra che avrebbe doppiato il nostro nella sua permanenza a Parigi in quanto a magliette fatte vendere in tutta la sua carriera ai suoi club: ecco come commentammo la notizia e la cifra assolutamente imbarazzante fatta percepire ai venditori delle t-shirt da gioco con il suo nome (cliccate qui).

La terza dote lo farà rimpiangere… molto. E’ un brand? E’ un campione? E’ universalmente noto? Bene. Le cronache mondane hanno fatto milioni con le sue foto e con i suoi servizi, ma sono ben poche, le volte che il nostro è stato beccato in fallo, fuori dai confini famigliari, tanto che ha perfino vinto la palma del papà più sexy secondo il magazine inglese OK. E poi? E poi stile, glamour, fama, film su di lui e tante pubblicità, tanti contratti che hanno fatto diventare il suo portafoglio gonfio fino a scoppiare. Il buon Beckham, infatti, pur essendo un calciatore, è tra gli uomini più influenti e ricchi d0′Inghilterra e per le più danarose multinazionali è stato ed è un testimonial che equivale a milioni di dollari di fatturato assicurati in più. Eppure qualche escort è scappata, qualche masseuse che ha porto le gioie del sesso al popolare David c’è stata. Il tutto è sempre passato in seconto piano dietro una splendida alloure che ha fatto di lui un’icona del nostro tempo e il primo dei calciatori industria.

Lo si è visto ovunque, ma il sistema Beckham ha retto soprattutto per le immagini che il buon David ha dato, sempre, di se, sebbene ci siano ancora alcune pulzelle che giurano di essere state, in costanza di matrimonio, sotto le lenzuola con lui. Tanto estroso, tuttavia, è stato Cristiano Ronaldo, quanto scaltro e abile è stato lui, figlio inamidato della madre Inghilterra con il collettino bianco e il vestito della festa. Eppure ha posato nudo e si è cosparso il corpo di tatuaggi. Niente: lui è stato il fuoriclasse assoluto nel trasferire due garretti e due piedi (di cui forse uno buono) dalla pelouse verde, all’Olimpo delle star. Il primo calciatore 2.0.


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