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Fenomenologia di Walter Veltroni

Creato il 02 marzo 2013 da Gaetano61
Fenomenologia di Walter Veltroni
La vera cifra della carriera politica di Walter Veltroni, è stata quella di un susseguirsi di stop and go, condita da alcune promesse (mai realizzate) di abbandono della scena politica. Nel 1994, designato dalla base del Pds a sostituire Occhetto alla segreteria, il vertice gli preferì D'Alema; nel 1996 diventa vicepremier nel I governo Prodi, ma l'esperienza non dura più di due anni: come ricompensa, l'artefice della caduta del professore bolognese e nuove presidente del consiglio, D'Alema, lo incorona segretario dei Ds. Alle elezioni politiche del 2001, non trova di meglio che candidarsi a sindaco di Roma, sguarnendo di fatto lo scenario nazionale che darà la vittoria a Berlusconi contro Rutelli. Intervistato da Fabio Fazio, l'8 gennaio del 2006  Veltroni dichiara che, al termine del suo eventuale secondo mandato da sindaco, avrebbe abbandonato la  politica con probabile destinazione un impegno in Africa. Dobbiamo alla richiesta di Fassino e D'Alema della primavera del 2007, se Veltroni torna sui suoi passi per accettare la segreteria del nascente Partito democratico (che le elezioni primarie dell'ottobre ratificheranno). Alle politiche del 2008 si candida a premier, presentando il Pd da solo e senza alleanze con i partiti alla sua sinistra, ottenendo più del 30% dei consensi, ma, cosa più importante, perdendo la partita con Berlusconi. Alle primarie del centrosinistra del 2012, dopo qualche titubanza, appoggia Bersani e, in coppia con D'Alema per disinnescare la bomba-Renzi, decide "unilateralmente" di non candidarsi per il Parlamento. L'Africa evocata come esito dell'impegno di Veltroni è rimasta sempre sullo sfondo, ma mai come prima delle ultime elezioni è parsa vicina, se non come destinazione effettiva, come simbolo del passaggio di testimone ad una nuova generazione di politici. Così ci stavamo convincendo che fosse, e lo stupore è stato forte quando si è letto, su la Repubblica di ieri, che Veltroni "ha riunito i suoi" per discutere sulle prossime mosse del Pd. Oggi stesso, WV parla dalle colonne del Corriere della Sera, rifiutando "governissimi" e alleanze con Grillo, proponendo un "governo del Presidente". Che un italiano su quattro abbia votato Grillo, risultato seppur prevedibile in assoluto, ma certo oltre le previsioni, ha costituto oggettivamente una sorpresa. Nessuno potrà però più stupirsi se ora, dopo la "resurrezione" di Veltroni, i consensi al M5S aumenteranno ancora (e questo al di là del merito delle posizioni di Veltroni). 

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