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Tutti sappiamo quanto sia importante tenere la fotocamera ben ferma al momento dello scatto per evitare il micro mosso e ottenere la massima nitidezza. Tutte le fotocamere moderne (anche le compattine non di fascia economica) sono dotate di sistemi “antimosso”, anche se alcuni programmi automatici adottano un pessimo “trucco” per combatter il mosso: aumentano all’inverosimile gli ISO, consentendo così di scattare con tempi brevi, ma con risultati disastrosi in termini di “noise”.
Altri sistemi antimosso più seri agiscono già in fase di ripresa: si tratta di stabilizzatori che intervengono direttamente sul sensore (CCD o CMOS) compensando i movimenti registrati da appositi sensori. Sono efficaci e consentono di risparmiare nell’acquisto di obiettivi stabilizzati. Questo sistema è adottato ad esempio da alcuni modelli Sony della serie Alpha.
Canon e Nikon invece hanno in listino un’ampia gamma di obiettivi stabilizzati, di elevata qualità e pertanto costosi, identificati dalla sigla “IS” (Image Stabilisation) per Canon, e “VR” (Vibration Reduction) per Nikon.
Anche la tecnologia e l’elettronica hanno però i loro limiti, e quando le condizioni di luce sono davvero difficili, non sono certo sufficienti i 2-3 stop che i sistemi anti-mosso ci consentono di guadagnare. Bisogna allora fare dell’altro, e qui ci viene in aiuto l’esperienza, il buon senso e qualche accessorio.
L’esperienza e il buon senso ad esempio ci ricordano di tenere la fotocamera ben ferma attaccata al viso, gomiti stretti, gambe larghe, se possibile appoggiati ad un muro o a un palo, e di trattenere il fiato al momento dello scatto. Ma anche questo può non bastare, e allora è necessario escogitare qualcos’altro per tenere comunque la macchina ferma.
L’uso del cavalletto e dello scatto a distanza è suggerito in tutti i manuali e nessuno osa contestarlo, ma è altrettanto vero che molto spesso non andiamo in giro con un cavalletto, per il semplice fatto che è ingombrante e pesante (un buon cavalletto con una buona testa pesa più di 3 kg e, da chiuso, è lungo almeno 70 cm) e anche se abbiamo una tracolla portarcelo dietro è davvero faticoso.
Ci sono però dei sistemi alternativi, magari non altrettanto efficaci, ma comunque di grosso aiuto.
Il primo, molto artigianale, economico ma efficacissimo è un sacchetto di tela (dimensioni indicative 25 x 35 cm) riempito con palline di polistirolo. Il sacchetto si può appoggiare su qualunque superficie, anche irregolare (ne prende la forma) e su di esso si appoggia la fotocamera, che col suo peso lo deformerà, venendo accolta come in un soffice materasso; avete presente la leggendaria poltrona di Fracchia? Be’, il principio è lo stesso.
Un altro accessorio un po’ meno economico e un po’ più pesante, sono i cosidetti “clamps” (morsetti). Si avvitano sotto la fotocamera e si serrano facilmente su supporti di qualunque forma (la spalliera di una sedia, un palo, una balaustra, la gamba di un tavolo, il ramo di un albero, paletti, ripiani, sporgenze di diverso tipo, porte, sportelli di auto, manubri di bici e di moto, cassetti, termosifoni, tubi, finestre, maniglie….), assicurando una stabilità assoluta alla fotocamera, pari a quella del migliore dei cavalletti (sempre che il supporto sia solido e non….oscillante, ovviamente).
Il terzo accessorio, simpatico e geniale al tempo stesso, adatto però solo a fotocamere leggere (compatte o EVIL cameras al massimo) è in vendita on line da D mail (http://www.dmail.it/prodotto.php?cod=215709-C109&search;_string=tappo bottiglia) : si tratta di un tappo che si avvita su qualunque bottiglia (ovviamente piena) di acqua minerale e sul quale viene avvitata la fotocamera; consente inclinazioni di 15° gradi in ogni direzione (testina sferica).
Più un gadget che altro, però pesa pochi grammi e si tiene in tasca.
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