"Rùmi, figura complessa, "bivacca ai margini del vivere civile e dorme poeticamente nello scheletro del tempo che passa e mentre passa muore". Ed è per questo che, forse, concretizza il suo vivere attraverso la scrittura, una scrittura catartica che impone la corrispondenza biunivoca di scrivo quindi esisto, esisto quindi scrivo."
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P.S. Di solito non copincollo post da altri blog perché non ha senso, semplicemente. Ma oggi la cosa è diversa.Perché l'amica di Penna d'oro m'ha fatto 'sto regalo, e la cosa mi riempie il cuore: chiaramente non è solo il fatto che l'abbia recensito sulle sue pagine, ma che lasci intendere quanto abbia veramente apprezzato il testo.E questa cosa mi riempie tremendamente di gioia. Perché trovare una persona - anche una sola - ogni tanto, che penetra quello che m'imbarazza chiamare "la mia opera", sento un tonfo felice giù, in fondo al cuore, come quando t'innamori o scopri che finalmente una buonanima ha deciso che mobbastaveramenteperò e fa saltare in aria il Parlamento, e con esso esplode pure tutto il tuo malumore e la tua antipatia e quel cinismo d'accatto anni Zero che anni di controriforme tecnocratiche t'hanno stampato sulla tua bella faccia da cazzo - perché non hai più motivi per cacare sangue, perché ora, ragazzo mio, scopriamo che, anarchicamente vivendo, saremmo tutti due o tre gradini più vicini al livello di dio.Ecco, è così che mi sento. Rettifico, che mi sentirei: ché il secondo esempio è troppo in là da venire, mentre il primo è decisamente più usuale: ti senti il cuore scoppiare di gioia e corri prima che ti scappi dal petto.Appunto. Ed è così che sapere che "Io sto bene" è piaciuto a una persona - a quella sola persona - mi basta per farmi stare due o tre gradini meglio del solito.Grazie Penna d'oro, grazie davvero.