-Non credo ce la farò
-A fare cosa?
-Ad affrontare tutto questo
-Prendila con filosofia
-Non mi sembra il caso di scherzare
-Era tanto per dire
-E allora non dire
-Scusa
-Appunto
...
-Hai visto che tempo assurdo?
-Non cambiare argomento
-Beh però ammetti che è assurdo
-Si, è assurdo. Cosa pensi di fare?
-Non lo so. Sei estenuante, lo sai?
-Sono qui per aiutarti
-Inizio a dubitarne. E poi mi stressi
-Chiedo scusa
-Stupido
-Lo vedi che cambi argomento?
-E va bene, si, cambio argomento! Ma credi che sia facile parlare di lei? Credi sia facile?
-No
-Appunto
-La finisci di dire "appunto"?
-Credo che finirò di fare tutto, credo che finirò di respirare.
Fissava la scrivania su cui erano appoggiate le forbici: punta rivolta verso la porta, ruotate di circa 45 gradi rispetto al piano d'appoggio, impugnatura verso il muro. Non le aveva più toccate quelle forbici. Giacevano lì ormai da tre mesi. Si ricordava fin troppo bene quella sera. Avevano sentito un rumore mentre erano sdraiati a letto, dopo aver fatto l'amore. Lei si era spaventata, gli aveva chiesto di controllare e gli aveva dato le forbici: "Così ti difendi."Lui le aveva sorriso e l'aveva presa in giro. Gliele aveva ridate e lei le aveva appoggiate sulla scrivania. Poco dopo era tornata a casa. L'ultima sera. E quelle forbici ora stavano ancora lì.Si immaginava che lo guardassero e si chiedessero il motivo della loro stessa immobilità: "Siete l'ultimo oggetto che le ho visto muovere, se vi sposto è come spostare lei e lei deve restare qui, in questa stanza, con me." B.
"I miss you", Blink-182