Foto di Milton Greene
Che cosa lega il re delle scarpe made in Italy, Salvatore Ferragamo, e la dive delle dive, Marilyn Monroe? Una scarpa tacco 11. In realtà sono molte di più. Per la precisione 14 quelle create appositamente per colei che lui chiamava "la sua venere". Riacquistate nel 1999 da Christie's sono diventate proprietà della maison fiorentina che ne ha fatto il punto di partenza di una mostra curata dalla direttrice Stefania Ricci e dallo storico d'arte Sergio Risaliti.
Pump di Swarovsky
Dopo il cinema e la fotografia anche il mondo della moda si inchina a Marilyn. E la mostra allestita al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze è un grande e lungo omaggio in scena dal 20 giugno 2012 al 28 gennaio 2013. Il pretesto è il cinquantesimo della morte di una donna il cui stile non conosce limiti spazio-
temporali. 50 abiti di scena, 30 paia di scarpe, 25 fotografie, scritti e filmati raccontano la donna, la fragile Norma Jean Baker che si nascondeva dietro l'attrice vamp e smaliziata. Una doppia chiave di lettura si snoda tra le sale del Palazzo Spini Feroni analizzando le mille sfaccettature della donna-mito che ha affascinato tutti.
Non possono mancare i vestiti. Chi non ricorda quello bianco di Quando la moglie è in vacanza? Il vestito che svolazza sotto il getto d'aria fresca in una torrida notte d'estate? Spazio anche ad altri abiti di A qualcuno piace caldo, Facciamo l'amore, Niagara e Gli spostati. Una sala solo per i vestiti. E una solo per le scarpe. Non poteva essere altrimenti. Del resto la carriera di Ferragamo è legata a doppio filo con il cinema e Hollywood. Emigrato negli anni Venti in America viene subito ammirato dalla dive del momento: Audrey Hepburn e Greta Garbo tra le altre. Ma la sua venere era una sola.
L'esposizione va oltre proponendo nuove letture: gli scatti di grandi fotografi tra cui Cecil Beaton, Bert Stern e Milton Green sono accostati ad opere d'arte come la Ninfa dormiente di Canova. E non manca un'opera di Andy Warhol "Le quattro Marilyn" in bianco e nero. Un solo imperativo per chi passa da Firenze: esserci!