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Ferrovie, da Nord a Sud è un’impresa timbrare il biglietto. Il 50% delle obliteratrici è fuori uso

Creato il 12 gennaio 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Obliteratrici, “croce” per gli italiani che viaggiano in treno. Da Nord a Sud rimbalzano denunce di macchinette fuori servizio. Secondo quanto emerge da un’inchiesta dell’Adnkronos, la metà di quelle distribuite sulla rete, molte nelle stazioni più piccole, sarebbero inutilizzabili. E il biglietto non timbrato comporta in molti casi la multa. A meno che non si seguano le indicazioni che arrivano da Trenitalia: cercare il capotreno o, in alternativa, fare il biglietto online.

(paderno7onair.it)

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Le critiche sui social dei consumatori sui problemi legati alle obliteratrici. I consumatori si sfogano con i social network, “cinguettando” su Twitter frasi come “tenere in funzione le obliteratrici deve essere una delle cose più difficili al mondo”. Su Facebook, invece, condividono la frustrazione di vedere come ci “sia chi si diverte a bloccarle con foglietti di carta, chi con chewingum o strappando i cavi”. Per non parlare poi di quelle esauste con l’inchiostro “simpatico” che si legge male. Trenitalia replica con delle indicazioni di massima. In caso di obliteratrice fuori uso, “andare alla prima carrozza, raggiungere il capotreno e farsi segnare il biglietto da lui”. Oppure, una soluzione a monte. Se ci sono problemi con le macchinette, ”fare il biglietto online”. L’idea è che il viaggiatore in malafede, se non oblitera, possa riutilizzare il biglietto.

In questo scenario, le associazioni dei pendolari si muovono in ordine sparso. “Da noi il problema c’è nelle piccole stazioni - dice Giosué Malaponti del Comitato Pendolari Sicilia – l’ultimo caso in ordine di tempo è quello di Licata, dove è stata addirittura incendiata. Farlo online? Sì, certo ma non tutti ne sono capaci e non tutti hanno la carta di credito”. “La più problematica è la stazione di Fara Sabina, dove le obliteratrici sono poche, certo si può cercare il capotreno ma le assicuro che non è semplice se sei in piedi schiacciato come una sardina” dice Mauro Scopel, presidente Comitato dei pendolari reatini.

Niente scritta a penna, se la macchinetta è fuori uso. Alessandra Marruco del gruppo su Facebook Pendolari Trenitalia del Lazio dice che spesso si è trovata con le obliteratrici fuori uso sulla linea Albano-Roma e in quella di Velletri. “Se capita il controllore e gli si presenta il biglietto già riempito, si stranisce – in buona fede ovviamente – si rischia di prendere una multa perché molti non vogliono che lo facciamo noi”.

Le associazioni dei consumatori si sentono impotenti. “Si tratta di un sistema arcaico - dice Pietro Giordano, presidente nazionale dell’Adiconsum – nel mondo di internet continuare a immaginare che si utilizzi questo sistema è assurdo. Con tutti gli smartphone che hanno gli italiani, sarebbe il caso di cambiare sistema. Il problema non si risolve con l’obliterazione, ma aumentando i controlli”. Tra i tanti che si lamentano, c’è chi come Paolo Federici, classe 1952, si è rivolto addirittura ai carabinieri per denunciare di aver preso la multa anche se aveva fatto il biglietto e, dopo aver trovato le obliteratrici fuori uso, aveva fatto l’errore di scrivere giorno e data a penna. “Viaggio molto, non usano questo sistema all’estero. La denuncia? Non ha avuto seguito” dice. “Non è il caso di arrivare a tanto – spiega Giordano – noi abbiamo messo in piedi un sistema di conciliazione per cui possiamo seguire la pratica ed entro quindici, venti giorni risolviamo il problema, abbattendo notevolmente la sanzione. Se le macchinette non vanno, non scrivete a penna, chiamate la polizia ferrovia. E’ un sistema di cinquant’anni fa, c’è poi anche da aggiungere che c’è anche chi non vuole pagare che può mettere fuori uso intenzionalmente le macchinette”.

“Una obliteratrice su due non va” rivela Roberto Donzelli, responsabile dei Trasporti di Assoutenti. “In particolare nelle piccole stazioni, mentre in quelle più grandi è più facile trovarne di funzionanti”. Se il proverbio dice che ‘piccolo è bello’, questo non vale tanto per le stazioni.”Normalmente da noi ne funziona un terzo”, dice Dante Virgili, responsabile Assoutenti di Mantova: “tocca arrangiarsi, anche se sei in ritardo andare in giro e cercare quella che va per obliterare”. Ogni stazione ha la sua storia. “Ce ne sono davvero poche a poche a Bergamo, che a livello di flusso di viaggiatori, è la quinta stazione nel circuito Cento Stazioni – dice Francesco Graziano del Comitato Pendolari di Bergamo – le obliteratrici che vanno sono solo sul primo binario, se uno è di qui e lo sa, gli va bene. Altrimenti, perde il treno”. ”Da noi ce ne sono parecchie di piccole in cui da tempo non ci sono più obliteratrici, si sa – spiega Matteo Casoni del Comitato Pendolari inOrario che si occupa della linea Mantova-Cremona-Milano – sono state rotte, rubate addirittura, ce ne sono diverse che sono abbandonate a se stesse e i controllori sono ‘comprensivi’ anche se, sto tenendo una statistica, e ce ne sono pochissimi. Uno volendo potrebbe anche non fare il biglietto, ma non si fa”.

Grandi problemi nelle stazioni minori. “Nelle grandi le hanno cambiate, il problema resta per quelle minori. Per fortuna siamo riusciti a ottenere che se l’obliteratrice è fuori uso e l’utente va dal capotreno non prende la multa come accadeva in passato” dice Enrico Pallavicini di Assoutenti Liguria che si occupa in prevalenza della Genova-Milano. “Nelle grandi stazioni il problema è risolto perché hanno messo nuove macchinette – sottolinea anche Antonio Di Fabrizio del Comitato Pendolari Campania – mentre resta nelle piccole dove quando vengono messe fuori uso bisogna aspettare le calende greche perché vengano rimesse a posto”. Dal Comitato Pendolari ci fanno sapere via Facebook che capita spesso che nel Lazio “siano fuori uso” anche perché “in alcune stazioni piccole ce n’è anche spesso solo una” e “i vandali hanno un sacco di tempo a disposizione” e “mai nulla da fare”. (ADNKRONOS)


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