La colonizzazione commerciale delle feste e sagre popolari prosegue, come la colonizzazione giuridica della vita quotidiana, in ogni suo atto, mediante sia la battaglia della Confesercenti della provincia di Cremona, che la richiesta di regole e calendari condivisi da parte del consigliere regionale del Pd Agostino Alloni. Sono due profili dello stesso fenomeno: regolarizzare, normare, gestire, controllare tutto ciò che è spontaneo. Confesercenti ha un atteggiamento restrittivo, Alloni come il Pd tenta più che altro di prevenire conflitti esasperati.
Confesercenti, assieme ai gestori di bar e ai ristoratori, chiede legalità contro una possibile concorrenza sleale da parte delle feste popolari. Alloni, dopo aver votato il provvedimento del consiglio regionale, propone che la giunta regionale e i Comuni completino l'opera approvando regolamenti e organizzando calendari che non creino una dannosa competizione. Da una parte la tradizione, con il gusto delle feste popolari, dall'altra la crisi economica che ha già costretto a chiudere tanti negozi. Resta un dato di fatto: le feste popolari, quando sono ben organizzate, sono molto frequentate e ottengono un successo evidente. Gli appuntamenti estivi sono molti, di origine associativa non solo politica. Le associazioni spesso hanno risposto alla voglia di passare una serata all'aperto, fra gastronomia, divertimento, ritrovi, bancarelle e incontri pubblici di vario genere. O commercianti in questi casi sono entrati in difficoltà, poiché non possono contare sul volontariato e sulla passione popolare e nemmeno su una proposta così variegata. Che però per Confesercenti, bar e ristoranti in realtà è concorrenza sleale che assume forme varie ma meritevoli di regole più restrittive. Le feste popolari sarebbero quindi una sorta di ristoranti di fatto, contornati da attività secondarie. La petizione per mettere regole più severe ha ottenuto però finora 177 firme in tutta la Lombardia, come riporta il sito www.sagreinregola.it.
Anni fa se ne discuteva, si prendeva talvolta di mila la Festa de l'Unità chiedendo controlli e verifiche, e il Pci prima, e poi il Pds, si preoccupavano di evitare guai; oggi però la crisi economica complica il discorso.
Due mesi fa il consiglio regionale della Lombardia ha approvato un documento che proponeva di mettere ordine entro sei mesi. Agostino Alloni torna sull'argomento per evitare una guerra estiva: "Noi abbiamo fatto la nostra parte. Ora tocca alla Giunta raccogliere le istanze e ricomporre la disciplina attraverso una precisa programmazione stagionale. E a i Comuni con regolamenti puntuali. Come Pd abbiamo contribuito a predisporre la risoluzione di marzo, dopo un preciso lavoro emendativo sul testo, allo scopo di limitare l'abusivismo e favorire un calendario condiviso delle manifestazioni: solo questo consentirà, infatti, di verificare le manifestazioni che davvero hanno carattere di no profit e i requisiti degli organizzatori, gestendo al meglio un fenomeno molto diffuso nei nostri territori e che, in provincia di Cremona, conta centinaia di esempi. Auspichiamo dunque che la Giunta regionale si sbrighi a metter mano a una materia che necessita di regole, anche per non disperdere il valore sociale e aggregativo del lavoro di molte associazioni che organizzano ogni anno le sagre nei nostri paesi".