E’ il 2 giugno, è la festa della Repubblica italiana. L’attenzione dell’informazione giornalistica è concentrata sull’avvenimento e infatti i servizi di apertura del GTragazzi in onda su Rai3 e il Tg della 7 forniscono una cronaca dettagliata.
Una giornata importante politicamente perché a seguito degli ultimi avvenimenti, l’Italia dice addio alla Padania e a qualsiasi tentativo di divisione. E’ la fine di un’epoca politica.Una grande folla si è riunita per difendere, simbolicamente, in questo giorno il senso di appartenenza comune ai valori storici, culturali e costituzionali del nostro Paese, fieri delle nostre radici e con lo sguardo ad un futuro di rinascita, ad una visione lunga, concreta, di principi certi, condivisi. Una grande folla che semplicemente applaude e festeggia il sentirsi italiani e basta. Che guarda all’Italia di oggi, senza perdere il contatto con la realtà ma unita, dalla forza di collettività. Il nuovo elettorato non vuole più sentir parlare di razzismo contro le popolazioni del sud d’Italia, di politica campanilistica, di una possibile secessione del nord dal resto d’Italia, di paura, di profughi, di clandestini ma al contrario, vuole intensificare la cultura, la scuola, il lavoro, vuole un impegno politico serio che si adoperi nella soluzione dei problemi legati alla crisi e che risponde ai bisogni del territorio.
Quest’anno, allora, festeggiamo nel segno dell’ apertura al futuro, alla cittadinanza e soprattutto, ai giovani perché, attraverso varie forme partecipative, comprendano il senso profondo e l’altissimo valore etico e storico di una ricorrenza non solo celebrativa ma intesa quale momento di riaffermazione e diffusione degli altissimi valori di cui la nostra Costituzione è portatrice. Celebriamo ll’innovazione con uno sguardo rivolto alla storia del Paese. Celebriamo la nostra festa e auguri a noi tutti.