Festival della Moda Russa – edizione 2014
Ricordo ancora una delle mie prime lezioni all’università. Era il corso di antropologia culturale e, prima ancora di iniziare a trattare gli argomenti specifici del corso, il professore si è soffermato sulla parola cultura. Che cosa si intende per cultura? La cultura è tutta contenuta nella cinquecentina su cui ho perso ulteriori decimi di vista la settimana scorsa?
Ebbene, secondo il mio professore
Cultura è tutto ciò che è prodotto dall’uomo, sia a livello intellettivo che manuale
Da quella prima lezione ho deciso che ero proprio d’accordo con quella definizione. E che da quel momento in poi era proprio di cultura che volevo occuparmi. Di tutto ciò che ha fatto e pensato l’uomo nella storia e ancora oggi. E l’evento a cui ho avuto la fortuna di partecipare ieri ha rappresentato bene tutto questo: la cultura sarà anche nelle cinquecentine, ma non vi è meno cultura in un ricamo, nel modo in cui due lembi di stoffa sono stati cuciti assieme, nell’uso dei colori, nel modo in cui viene usato un pennello, nella creazione della bellezza.
Il Festival della Moda Russa, organizzato in modo impeccabile da Società Italia, è giunto quest’anno alla sua 7° edizione e vede riuniti nella città meneghina 15 talenti emergenti del fashion design proveniente dai Paesi dell’ex URSS: Federazione Russa, Armenia, Uzbekistan, Kazakistan, Georgia e Ucraina. Ma l’obiettivo della manifestazione non è soltanto quello di far conoscere e mostrare le stupende creazioni di queste giovani promesse: Società Italia intende favorire il più possibile lo scambio tra i più promettenti designer degli ex territori sovietici e il mercato italiano, favorendo l’incontro con i buyer, i produttori e gli showroom milanesi. Quest’anno il patrocinio è di SMI – Sistema Moda Italia, rappresentante del Settore Tessile-Moda italiano, un settore che rappresenta una parte fondamentale del mercato economico e manufatturiero italiano. In occasione del Festival della Moda Russa, con la collaborazione di Sistema Moda Italia e Società Italia, sono previsti degli incontri tra i desginer russi e le aziende italiane, con l’obiettivo di favorire scambi di esperienza per preparare il terreno per future collaborazioni. Oggi, giovedì 13 novembre, giornata conclusiva dell’evento, si terranno una serie di workshop e dibattiti incentrati sulla filiera produttiva e la commercializzazione.
Ieri, 12 novembre, si è tenuta la sfilata durante la quale sono state presentate le collezioni dei designer russi. Dalla Federazione Russa abbiamo Bella Potemkina che, con il suo omonimo brand, si ispira alla sontuosa tradizione russa, riscoprendo i mondi raffinati della nobiltà e del balletto per uno stile vintage contemporaneo. Sempre dalla Federazione Russa arriva Irina Chernyak per 12AM: ha pensato a una collezione dinamica, pensata per chi è sempre in viaggio e che quindi vede capi trasformabili e che mixano stili diversi. Sempre da Mosca, Irina Volkova per Vanity Voice che si ispira alla sua grande passione per i film hollywoodiani e italiani degli anni ’40 e ’50 e Ekaterina Rozhdestvenskaya per ROB-ART by Katya Rozhdestvenskaya: abiti davvero unici grazie alle stampe ricavate dalle fotografie scattate dalla desginer stessa durante i suoi viaggi. Natalia Kolykhalova per N’Kolykhalova è un’altra designer moscovita che ha una formazione internazionale e le sue collezioni hanno già sfilato in diversi Paesi. Sempre dalla Federazione Russa, ma questa volta da San Pietroburgo, arriva la coppia Kirill Ovchinnikov + Razgulyaev-Blagonravova. Kirill Ovchinnikov ha presentato la sua collezione di foulard decorati ad acquerello; Razgulyaev Blaonravova ha creato una linea di nicchia di pantofole d’arte che riprendono le opere dei più grandi artisti russi ed europei. Dall’Ucraina arrivano Ksenia Marchenko e Anton Schnaider per il marchio Ksenia Schnaider, caratterizzato dalla linearità e dall’essenzialità dei tagli per un approccio unisex. Ancora dall’Ucraina Sasha Kanevski per sasha.kanevski: nelle sue creazioni riesce a unire un’estrema cura per la sartorialità e un’attenzione per la funzionalità per uno stile decisamente urban. Ainur Turisbek, kazaka, vede la moda come una forma d’arte e le sue creazioni sono drammatiche e teatrali. Deve l’attenzione per le volumetrie e le proporzioni al suo maestro Gianfranco Ferré. Un altro kazako è Leonid Zherebtsov, il cui stile punta alla sobrietà e alla ricercatezza per esaltare la sartorialità dei suoi capi. Dalla Georgia provengono tre designer: Aka Nanitashvili per Aka Nanita che sta ottenendo un grandissimo successo tra critici e buyer, Keti Chkhikvadze presenta una collezione che vuole esaltare la sensualità femminile e ha un approccio postmoderno che accosta tendenze diverse dei grandi maestri del passato e Tatuna Nikolaishvili, amante della sperimentazione fino a ottenere geometrie inusuali. Vahan Khachatryan arriva dall’Armenia, ha studiato fashion design a Firenze. Il suo stile si rifà al barocco italiano e al rococò francese, unendosi allo sfarzo dello stile mediorientale. Infine, dall’Uzbekistan, Zulfiya Sulton che ama reintrepretare la tradizione uzbeka e rende i suoi abiti immersi in un’atmosfera onirica.
Il make up della sfilata è stato curato da MAC Cosmetics, con a capo il Senior Artist Michele Magnani e il suo team. Sempre gentilissimo, oltre che straordinariamente bravo, Michele ha accettato di rispondere a qualche mia domanda in merito al mood della sfilata e al look da lui creato.
Qual è secondo te l’idea che i Paesi dell’ex Unione Sovietica hanno della bellezza?
È interessante pensare anche come l’Italia è talmente cambiata che non esiste più ‘la donna, la bellezza italiana’. A maggior ragione in Russia che comunque è un continente. Non credo ci sia un semplice concetto di bellezza, però c’è da dire che i russi stanno anche un po’ ‘colonizzando’ il mondo. Quindi il concetto nuovo è un concetto legato al lusso; più che la bellezza vista come canoni estetici, è più un concetto di lussuosità in tutto quello che riguarda la bellezza. Partendo dai brand più importanti italiani o comunque i brand storici che hanno vestito e rappresentato il lusso e la bellezza, credo che il loro punto di riferimento sia quello come livello. Di conseguenza anche la bellezza viene sempre di più contaminata da quella che è la bellezza che viene lanciata durante le fashion week. Il 70% delle passerelle viene calcato da modelle dell’Est Europa. Il concetto si è spostato da concetto estetico di bellezza che arriva anche dalla nostra storia più verso qualcosa che comunque deve dimostrare lusso. Hanno un occhio sempre molto allungato verso lo stile italiano. Anche la giornata di oggi ce lo conferma: poter conquistare il mercato italiano dà luce e lustro a un lavoro fatto in un Paese così lontano. Ora come ora l’Italia è un punto di riferimento per lo stile come made in Italy.
E quindi quali sono le differenze o i rapporti tra il concetto di bellezza dell’Est europeo e quello dell’Europa occidentale?
Loro, come dicevamo prima, guardano molto allo stile e alla moda italiana, anche attraverso la televisione. Stanno rinforzando quello che avevano già nella loro cultura. Ai tempi delle dittature la moda italiana era per loro un mondo irraggiungibile mentre adesso è diventata accessibile. Un sogno custodito dentro di loro per tanti anni che adesso invece può essere realizzato. I Paesi baltici e dell’est sono molto attenti al nostro costume in tutto e per tutto, perché comunque viene ancora riconosciuto quel tenore di vita e lo stile italiano.
A cosa ti sei ispirato per la creazione del look della sfilata?
Per il look di oggi ho voluto creare un look che fondesse le due culture. Un po’ come quando pensi alla matrioska, la bambola russa, la perfezione, la porcellana. Quindi una pelle bellissima, opaca ma che comunque crea degli effetti di luminosità nella parte esterna del viso, con degli occhi appena accennati, un rossore che ricorda quello delle matrioske, ma viene reso un po’ inusuale per delle sopracciglia molto marcate. Per cui ho voluto fondere quello che può essere una tradizione e una bellezza che vedo io da bambolina di San Pietroburgo in qualcosa più attuale e occidentale, dove le sopracciglia prendono forza e carattere. Ho voluto come link tra due stili così diversi proprio delle sopracciglia in primo piano e l’importanza della pelle, riportato a quello che ci insegna la moda attuale nei backstage di tutto il mondo: la pelle deve essere trasparente e leggera. Anche se è opaca, utilizzando delle polveri minerali che riflettendo la luce danno un effetto natural matte. Le nuove tecnologie ci aiutano a raggiungere un effetto di naturalezza, opacità ma con un riflesso glamour nella pelle. E poi ho enfatizzato la parte esterna del viso e dello zigomo con degli illuminanti in crema. Ho cercato di dare a questi nuovi stilisti la stessa elitaria opportunità di poter avere la stessa expertise che c’è dietro la fashion week utilizzando più o meno i prodotti classici, aggiungendo qualche piccolo dettaglio ma rimanendo sempre sul sobrio, anche perché il look creato è per tutte le modelle e doveva essere adatto per tutti le collezioni con stili così diversi e che rappresentasse la loro cultura oltre che la nostra realtà. Ho riportato l’utilizzo di tanto mascara che soprattutto per le donne italiane è un punto focale per fare un incontro tra le due culture: ciglia e sopracciglia rappresentano un po’ l’espressività occidentale. Ho voluto dare un contributo e un omaggio alle nostre due culture che si incontrano in questa giornata.
E quindi quali prodotti specifici hai utilizzato per ottenere questo look?
Per la base ho miscelato Natural Radiance con Face and Body e Studio Sculpt, il mio mix magico. È un po’ un crearsi una propria CC cream e miscelare aiuta a rendere un po’ più creativo il lavoro. Per un effetto meno luminoso e glow si può anche fare un mix col siero. Sperimentare fa scoprire nuove idee e nuovi utilizzi. Un effetto un po’ tan con il bronzer minerale Give me sun utilizzato sopra il Cream Colour Base e il Mineralize Loose in light o extra light nella parte centrale del viso. Sulle labbra Casual Colour per un effetto naturale. Sugli occhi Paint Pot Rubenesque per un effetto dorato, nell’incavo e sotto con Mithology, nella parte centrale Da Bling e sopra di nuovo picchiettato Rubenesque. Ciglia nere nere con In Extreme Dimension mascara sopra e sotto. Matita all’interno dell’occhio Chromagraphic Pencil NC15/NW20. Blush rosato Dame e Cream Color Base Pearl per i punti luce. Sopracciglia con 3 ombretti differenti per dare un po’ di tridimensionalità utilizzando il pennello fan brush 205 e il Brow Set per fissare.