Le seconde calzature che vedete, invece, si chiamano “scarpe punitive” e da anni circolano negli ambienti fetish. Sono così denominate perché sono punitive sia per chi le indossa, poiché il piede è in una posizione totalmente innaturale ed i crampi sono assicurati, sia per chi prova piacere nel farsi calpestare da simili calzature. Io ho trovato questa foto con un tacco “largo”, ma certe hanno proprio il tacco a spillo. Questa tipologia di scarpe non si trova ovunque, ma solo nei sexy shop più forniti. Preciso che io non sono attratta dal fetish, poiché preferisco vivere la mia sessualità in modo completamente diverso, ma chi ne è attratto sa che si può rivolgere a negozi specializzati, senza essere giudicato per le proprie preferenze sessuali.
Senza entrare nel merito dei danni al piede che questo tipo di calzature causano (lascio a chi di competenza spiegarlo), volevo soffermarmi sul dilagante sdoganamento, da parte del mondo della moda, di abbigliamento ed accessori tipici del mondo fetish, adeguatamente edulcorati dal loro significato trasgressivo. Vi faccio qualche esempio: i corsetti in lattice; la tuta di pelle nera di Cat Woman; gli stivali da corsara lucidi col tacco a spillo…per non parlare di fruste e cinghie di pelle…
Detto questo, il problema principale non è l’altezza delle “armadillo shoes”, ma il continuo portare sulle passerelle di un mondo che non tutti apprezzano e rifiutato a priori da alcuni. Basta togliere il significato trasgressivo e sono automaticamente accettati da tutti; quello che prima era osceno e volgare, ora è alla moda e trendy. In concreto viene proposto un campionario da sexy shop “politically correct”, con la pretesa di essere adatto a tutti ed a tutte le occasioni: le “armadillo shoes” possono essere indossate da tutte le donne, sia dalle madri sia dalle figlie, a tutte le ore della giornata; le “scarpe punitive”, invece, solo da depravati (anche gli uomini possono indossarle) e da poco di buono. Eppure sono identiche! Ma le prime sono proposte da uno stilista di fama internazionale, le seconde dallo stilista Nessuno. Metti le prime calzature ai piedi della pop star più famosa del momento…ed il gioco è fatto! Vi sembra assurdo questo mio discorso? Guardate questa foto
In questo scatto potete vedere nuovamente la cantante Lady Gaga, mentre stringe la mano alla regina d’Inghilterra. La prima volta che ho visto questa foto è stata in una trasmissione televisiva pomeridiana, mentre facevo zapping in cerca di ispirazione per un post (l’immagine odierna delle donne). In questo “salotto televisivo” uno degli ospiti decantava come l’abito scelto dalla cantante sia stato acquistato in un sexy shop di Los Angeles, su consiglio di un’amica di lui. Tutti gli ospiti presenti hanno commentato positivamente questa scelta della cantante. Ora, io non ho mai avuto l’occasione di incontrare la regina di Inghilterra, ma dubito che un abito in latex rosso sia il più adatto all’occasione (chissà quanti chili di borotalco si sarà messa addosso per riuscire ad infilarlo…)! Capisco che Lady Gaga è la portabandiera della trasgressione (solo sul palco però) e che la regina Elisabetta ormai ne ha viste di tutti i colori, ma credo che un certo decoro ed un minimo di buon senso siano non sono più adeguati all’occasione, ma anche rispettosi della persona che si ha davanti. Anche se non si ha una profonda ammirazione per l’istituzione monarchica, davanti c’è sempre una persona importante.
Ora, visto che ci si può presentare in un abito di latex nelle occasioni formali, non mi stupirei di vedere una coppia a spasso per il centro dove lui, a carponi, cammina tenuto a guinzaglio da lei oppure una donna che va a fare shopping indossando le “scarpe punitive” vestita da Cat Woman, con tanto di frusta...Forse l’unica difficoltà potrebbero presentarla le maschere in latex, in quanto c’è il forte rischio di essere scambiati per dei ladri pronti ad una rapina in banca, ma sono sicura che gli stilisti sapranno come aggirare il problema…
P.S. Come da tag mi affido a lui, a John Galliano, stilista dall’estro creativo geniale, colui che realizza abiti/opere d’arte, dove si capisce benissimo quali sono quelli portabili e quelli che, invece, sono solo provocazioni da sfilata.