Magazine Società

Fiad

Creato il 04 gennaio 2014 da Blogaccio @blogaccioBlog

fiat-chryslerFabbrica italiana automobili Detroit e più niuna cosa intatta resta nel mondo delle relazioni industriali. Uscita da Confindustria, abbandonata la concertazione, ridotto le pause di lavoro, resistito al sindacalismo giuslavorista, la piccola Fiat si è ritrovata padrona della terza industria automobilistica americana. Un successo finanziario indubbio quello di Marchionne che qualcuno propone come modello riformista generale per uscire dalla crisi economica. Per una volta, con una operazione temeraria la finanza italiana diviene formalmente padrona di un gigante industriale che però inevitabilmente sposta il centro produttivo dei propri affari sul più vasto e ricco mercato americano. Quindi, anche solo a voler ragionare in termini reali di quote di mercato, di fatto è la casa americana ad aver acquisito Fiat ed a fare della sua proprietaria una propria filiale europea. Fiat produca dove conviene ed in Italia ci si adoperi per creare le condizioni di attrazione necessarie ad incoraggiare altri costruttori ad investire e venire a produrre. Cosa tutta da verificare, restiamo scettici infatti circa la possibilità che una Fiat sia pure globale, lasci campo libero ad un competitore di filiale. Le esperienze del passato, ma anche recenti di Termini Imerese ed Iribus in Irpinia ci han dato modo di saggiare le intenzioni. Resta da osservare inoltre come in America Obama sia rientrato dal prestito concesso a Marchionne per salvare dal fallimento la Chrysler, mentre il Governo italiano ancora una volta ha impiegato ingenti risorse nel sostegno al reddito dei lavoratori senza che queste abbiano avuto un ritorno d’iniziative produttive ed al contempo ha consentito a Fiat di mettere da parte la liquidità necessaria per andare a produrre in America con la chiusura degli stabilimenti italiani e la messa in cassa integrazione di migliaia di lavoratori. Chi vivrà vedrà, oggi non ci rimane che scrivere a Marchionne: fiat voluntas tua.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :