Il pass e Virginia Woolf.
Daniele è via da 3 giorni per lavoro e qui è anarchia totale. Un po’ di equilibrio mi serve. In questo periodo per fortuna c’è la Fiera della piccola e media editoria a Roma – Più libri più liberi -. Ieri e avant’ieri ci sono stata, ho l’ingresso gratuito, ho rincorso workshop e altri incontri in qualche modo ‘formativi': un resoconto di Cepell sullo stato della lettura nelle scuole, il self publishing (pro e contro, pro), il mercato della piccola e media editoria, la presentazione di un romanzo appena uscito di una piccola casa editrice, un workshop su come far trovare i libri online, uno su come costruire un sito con l’e-commerce (perché l’ho seguito? un mistero!), finalmente la presentazione della rivista Orlando Esplorazioni e abbiamo finito.
L’editore Giulio Perrone e lo scrittore Paolo Di Paolo.
Ho mancato di sicuro altrettanti appuntamenti degni di attenzione, ma già questi sette incontri mi hanno regalato tante suggestioni e non è per retorica che lo scrivo (va bene, mi costringo a un po’ di ottimismo in più in virtù del decalogo della buona blogger: bisogna essere sempre un po’ positive! Almeno per contrastare questa solitudine dozzinale e nostalgia in cui sono piombata da quando il mio compagno è dovuto andare in Namibia per lavoro. Ci rimarrà fino al 19, i miei nervi sono tenuti a sopportare la lontananza e anche l’immenso vuoto di questa casa, libera, purtroppo, perfino dagli inquilini che stanno dall’altra parte del muro, e che almeno mi darebbero un senso di quiete, di presenza).
Torniamo a Più libri più liberi e diciamo che questo titolo forse è molto ottimista, troppo. Il solito retaggio culturale che associa la cultura alla libertà, libertà da chi? da cosa? e perché? non saprei. Anche oggi scrivo tardissimo, sono quasi le 23 e non ho sentito Daniele, per questo il mio umore è così labile, creativo. Ci siamo solo scritti qualche messaggio. Prima che partisse, ero contenta di potermi dedicare full time alla fiera dei libri romana, felice di dedicare più tempo agli amici, a me, libera di poter cucinare anche le verdure e di dormire senza essere costretta a mettere i tappi alle orecchie, perché Daniele russa. Eppure, questi vantaggi si sono dileguati in meno di 3 giorni. Il tempo di Gesù per resuscitare, io l’ho impiegato per scivolare in un baratro infernale. Ma la fiera mi sta salvando! Più libri più liberi, è giusto, in fin dei conti. Più libri hai più sei libero di leggere, meno libri hai meno puoi leggere, più tristezza, al limite ti puoi sempre andare a infognare in una biblioteca pubblica, dove ti fanno leggere, leggere, leggere ma poi i libri non te li puoi portare a casa, non sono tuoi e per costruirti una biblioteca personale non hai niente altro da fare che comprarli. Almeno per il gusto di poterli sottolineare! Un vantaggio inesprimibile, quasi pari a quello di piegare le orecchie delle pagine migliori e di annotare parole di getto.
Durante le affollate ore della fiera ho potuto 1) salutare un grandissimo scrittore e sapere per quale motivo si è cancellato da Facebook (per qualche ragione strana, la sua assenza mi pesava molto), 2) salutare una brava editor che ha un carattere meraviglioso, per quello che conosco di lei, 3) rivedere un caro amico, che nel frattempo è diventato editore, ma che non è l’editore del romanzo in pubblicazione per intenderci (ah, uscita prevista: fine gennaio) e raccontarci tante tante cose che sanno di vita, di sincerità e ammirazione, citando naturalmente, durante l’incontro, la canzone “Incontro” di Guccini, 4) incontrare per caso un’amica che non vedevo dai tempi della laurea triennale alla Sapienza, per poterci dire cosa abbiamo fatto nel frattempo e cosa stiamo cercando ora, 5) conoscere una simpatica ragazza che ha collaborato nello stesso sito dove ho scritto anch’io per un bel po’ di tempo e che ho visto crescere (ci siamo inevitabilmente lamentate per le condizioni di chi lavora nel campo della cultura in Italia, scambiandoci i contatti), 6) rivedere un vecchissimo amico a uno stand, un architetto, e chiedersi che cosa ci facesse seduto dietro a uno stand, per scoprire che si è fidanzato con una editor, e che è rimasto architetto, 7) essere additata davanti a una cinquantina di persone come una specie di nerd (questo è accaduto durante il workshop su come trovare i libri online), 8) incontrare una persona che ha creduto in me quando scrivevo sul sito di cui sopra, curando un blog con i miei racconti. Lui era il mio editor e ora è dottorando di ricerca: si è a quanto pare consacrato alla critica letteraria.
Non ho altre suggestioni da raccontare, è troppo tardi e questo post è troppo lungo per essere letto da qualcuno fino alla fine. Forse uno o due lo leggeranno fino alla fine? Daniele? Forse no… lo scoprirò nei prossimi giorni dalla lettura delle statistiche, se nessuna verrà dall’Africa non mi avrà letto, pazienza, non chiedo attenzioni come una bambina. La domanda ora è: quando finirà la fiera Più libri più liberi, che farò?
Ornella Spagnulo