La Stella d’Oro, simbolo del Festival Internazionale del Film di Marrakech, è stata donata dall’attrice Susan Sarandon all’attore americano Harvey Keitel, ieri sera, in una serata- tributo a lui dedicate. “Ringrazio SAR Mohammed VI e SAR il Principe Moulay Rachid che per la loro visione, la loro volontà, hanno fatto di questo Festival una realtà sorprendente“ , ha dichiarato alla stampa presente in sala Harvey Keitel. Rivolgendosi poi a Susan Sarandon ha confessato: “Susan è stata una delle prime persone che mi hanno aiutato a trovare lavoro quando non ero ancora conosciuto come attore a New York”. Harvey Keitel è nato a Brooklin, New York, nel 1939. Ha studiato teatro all’Actors Studio con Frank Corsaro, Lee Strasberg e Stella Adler. La sua carriera cinematografica inizio’ al fianco di Martin Scorzese. Tutti e due debuttarono nel 1967 con Who’s that knocking at my door, dove l’attore interpretava il vero alter ego di Martin Scorzese. Cinque anni dopo si ritrovarono per Mean Streets e la loro collaborazione continuo’ durante tutti gli anni ’70, con Alice non è più qui nel 1974 e il capolavoro Taxi Driver nel 1976. Fortissimo il legame con l’Italia. Ettore Scola lo affiancherà a Marcello Mastroianni ne Il Mondo Nuovo (1982), cui seguiranno altre pellicole italiane come Copkiller (1983), Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (1986), L’inchiesta (1986), Caro Gorbaciof (1988), il pessimo Il mio West (1998), Vipera (2001) del grande e sottovalutato Sergio Citti e Il mercante di pietre (2005), ognuna delle quali lo trasformerà nell’attore più europeo fra gli interpreti americani. Compagno di set di Jack Nicholson in Frontiera (1982), viene scelto da Brian De Palma per recitare con Danny De Vito in Cadaveri e compari (1986), tornando fra le braccia di Scorzese per lo scandaloso L’ultima tentazione di Cristo (1988), nella parte di Giuda. Poi Il grande inganno (1990), poliziesco che porta la firma di Jack Nicholson. Prende parte all’indimenticabile Thelma & Louise (1991), assieme a Susan Sarandon e a un ancora-non-famoso Brad Pitt, ricoprendo il ruolo del poliziotto che da la caccia alle due casalinghe disperate in fuga. Ne Il cattivo tenente (1992) di Abel Ferrara, i media avranno gli occhi puntati su di lui, considerandolo uno degli attori più eccentrici della storia del cinema, un interprete che giganteggia, laido e sublime, sporco e puro, anche in un provocatorio nudo frontale. Contattato da Quentin Tarantino, si innamora del soggetto e della sceneggiatura de Le iene (1992) che accetta immediatamente di produrre e di recitare nella parte del violento Mr. White. Un’altra grande prova di attore, esplodendo con il suo secondo nudo integrale, omogeneizzato e reso inoffensivo dai settimanali femminili, in Lezioni di piano (1993) di Jane Campion poi ancora un piccolo cameo in Pulp Fiction (1994) di Tarantino, entrando così nel puro club del mitico regista, che lo affianca a star del calibro di Willis, Travolta e Walken. Il suo Mr. Wolf, l’uomo che risolve i problemi è un personaggio meraviglioso. Continua la sua carriera, senza mai essere stanco, fra Lo sguardo di Ulisse (1995) di Théo Angelopulos e Clockers (1995) di Spike Lee, conquistandosi l’Orso d’Argento e il David di Donatello come miglior attore straniero per Smoke (1995), per il ruolo di Auggie, proprietario di una tabaccheria. Interprete privilegiato del grande cinema d’autore, vive con straordinaria intensità fisica i ruoli faticosi e introspettivi. Scegliendo la linea d’ombra fra il cinema marginale e quello hollywoodiano. Volto provato, ma bellissimo, occhi dal taglio a mandorla, vibranti, felini, villani e torvi su di un corpo massiccio e muscoloso, sexy, ma non certo patinato, che gli ha permesso di fare della sua vita una parte della storia del cinema degli ultimi tre decenni.
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