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Figli Di Un Brutto Dio

Creato il 28 febbraio 2011 da Sabato83

Figli Di Un Brutto Dio

Sicuramente uno spettacolo molto azzeccato nel periodo in cui stiamo vivendo. Uno spettacolo che mi è sembrato senza troppe pretese, ma che riesce a dire ciò che vuole dire. Non presentano niente di particolarmente nuovo, ma lo fanno in modo ottimo. Questo contrasto tra il successo della tv, ed il degrado totale di due poveracci che hanno fallito nella loro vita. Due coppie di personaggi tanto lontani, ma allo stesso tanto vicini. Gli uni con l’illusione della fortuna, tanto cercata da spegnere completamente la propria personalità pur di raggiungerla, diventando così poveri dentro. Gli altri, poveri nella vita, ma con la speranza di raggiungere un traguardo che li fa andare avanti e li fa sentire forti e ricchi dentro. Insomma, un bello spettacolo che va sicuramente visto. Breve e pieno di argomenti su cui pensare.

TRAMA Figli di un brutto Dio è, nel metodo, una scrittura scenica integrale a due. Sono due attori che, nel farsi autori/interpreti di un pezzo di teatro, si concedono una maggiore libertà/responsabilità, e nello stesso tempo si obbligano al continuo confronto con un “altro” col quale dividere, all’interno della creazione scenica, ogni passaggio.
Assieme sentono l’esigenza di mettere in scena l’oggi, il qui e ora: Italia 2010. Si guardiamo attorno, la Realtà li investe, e cercano, col loro lavoro, di fissarne un frammento su un palco. Per poterla vedere e capirla un po’ meglio.
Figli di un brutto Dio sceglie, all’interno di questa Realtà, due storie:
- la prima, centrale, ha per protagonisti due gemelli ed un conduttore televisivo, ed è ambientata nel mondo della TV. Un mondo in cui Denari e Speranze scorrono a fiumi, attraverso canali a volte putrescenti. Una Fogna regale, nella quale hanno diritto a nuotare, o ad annegare, solo pochi eletti.
- la seconda, a fare da contrappunto, è la storia di due falliti veri. Una coppia ispirata a quella di “Uomini e topi” di Steinbeck. Due poveri cristi senza futuro, che sopravvivono nella Spazzatura, nell’illusione, nel reciproco Amore.
Cosa hanno in comune i personaggi della regale Fogna di certa TV, e gli altri due, che bazzicano nella reale Spazzatura di tutti i giorni?
Primo: fanno ridere, ma non lo sanno. Secondo: non hanno Speranze, ma sono convinti di averne. Terzo: sono figli diversi, e illegittimi, di una stessa Realtà, di un comune Tempo, di un brutto Dio. E tengono in mano, tutti, uno Specchio. Perché, come dice Shakespeare: “Il proposito del teatro, dalle origini a ora, è stato ed è di tenere, per così dire, lo specchio alla natura, di mostrare alla virtù i suoi lineamenti, al vizio la sua immagine, e all’età e al corpo del tempo la loro forma e impronta.”

di e con Paolo Mazzarelli e Lino Musella | TEATRO Teatro Centro Sociale di Pagani | DATA 26/02/2011


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