L’altra sera, cioè stasera, stavo guardando la Superstoria (che poi sarebbe uno di quei programmi che guardi con occhi lucidi pensando, sognando, che ti ci potrai rifugiare sentendoti al sicuro per sempre).
Comunque stavo guardando la Superstoria, speciale Sanremo, e ho capito una cosa.
Alla luce dell’ospitata di Michail Gorbačëv e consorte al Sanremo di Fazio, Dulbecco e Laetitia Casta (era il novantanove, e Dulbecco, totalmente incapace di capire la logica del cambio di telecamera, si apprestava a rischiare l’autocombustione del miocardio alla vista dei perizomi di Anna Oxa),
e alla luce dell’ospitata del Coro dell’Armata Rossa diretto da Toto Cutugno al Sanremo della coppia Fazio – Littizzetto (era il 2013, ve lo ricorderete perché c’era il Cile tra i giovani),
dati questi elementi, appare evidente come il filo rosso che unisce i Festival condotti da Fazio è la pervicace ricerca di un sistema atto a demolire per sempre l’estetica socialista sovietica.
A ogni modo, io sono pronta.