Filippo Patroni Griffi: ridisegnare il governo del territorio

Creato il 24 luglio 2012 da Leone_antonino @AntoniLeone
Intervista al Ministro Filippo Patroni Griffi a cura di Silvio Buzzanca pubblicata su la Repubblica il 24 luglio 2012 Province in rivolta contro accorpamento e tagli. L'Anci che fa balenare il default di Comuni come Roma. Ministro Patroni Griffi, il suo collega Giarda spera che sui tagli «il Senato sia più saggio del governo». Le cosa ne pensa? «Il governo prenderà in considerazione questi problemi, valuterà tutti gli aspetti e domani (oggi-ndr) deciderà. Sia la dichiarazione di Giarda, sia quelle dell'Upi e dell'Anci riguardano gli aspetti dei trasferimenti. Io posso commentare solo gli aspetti ordinamentali. Comunque con l'intervento sulle Province tentate una missione impossibile: fare convivere popolazioni, tipo pisani e livornesi, che si combattono da secoli... «Spero che la missione non sia impossibile proprio perché è giunta l'ora di dire basta ai campanili. Noi stiamo facendo una riforma che pesca nel passato per guardare al futuro. E oggi in questo campo tutte le forze politiche hanno un'occasione storica. Ridisegnare tutto il sistema del governo sul territorio: sistema delle autonomie, Comuni e Province, e organi periferici dello Stato. Sarebbe un vero peccato fare prevalere logiche particolaristiche o municipalistiche». Una bella impresa... «Ricevo telefonate che oscillano fra la richiesta di salvare la propria Provincia, o, se non è possibile, di "tagliare almeno quella vicina. Una sorta di particolarismo all'insegna di muoia Sansone con tutti i filistei». Non sembra che abbiate molti consensi. «Credo che le popolazioni siano molto più aperte e consapevoli delle opportunità. Noi stiamo semplificando i livelli di governo dicendo chi fa che cosa. E lo stiamo facendo ripensando anche le dimensioni territoriali. Non possiamo pensare che dal 1865, dalla riforma organica di Rattazzi, ad oggi, non sia successo nulla nell'erogare servizi e nelle richieste dei cittadini». Lei cita il criterio delle dimensioni. A Trapani lamentano che vengono cancellati per 50 chilometri in meno. «Quando si fissa il limite di un concorso a 24 anni ci sarà sempre qualcuno che si lamenterà perché perchè ha 23 e 11 mesi. Ma dobbiamo uscire dall'ottica di Province cancellate o soppresse. In realtà tutte sono cancellate e tutte si devono riordinare avendo dei requisiti minimi. Debbono cercare aggregazioni diverse. Poi non protestano tutti». Pensa alla Romagna? Ravenna, Rimini, Forlì e Cesena sono pronte a fondersi. «Lo vogliono proprio fare e anche con nomi nuovi. I nomi delle Province sono molto identitari e si ricollegano ai municipi e alle città. Ora si comincia a pensare a nomi che aggreghino realtà territoriali storiche come la Romagna. O realtà economiche. Pensiamo alla Brianza che non è solo Monza. Un'altra possibilità potrebbe essere in Abruzzo la provincia appennino- adriatica di Pescara, Teramo e Chieti. Anche in Piemonte verranno fuori realtà a cui stanno pensando da tempo». Per l'onorevole Nunzia Di Girolamo, pidellina di Benevento, voi usate dei «parametri porcata». Minaccia di non votare la fiducia insieme ad altri. Non è che il governo rischia in Parlamento sulle Province? «Mi auguro di no. Noi dovevamo individuare dei criteri e popolazione e territorio mi sembrano ragionevoli. Sarebbe interessanti trovarne altri alternativi, ma non ne ho sentiti molti. Capisco che appena uno fa due calcoli pensi subito alla sua esigenza. Ma il Parlamento è un luogo di sintesi. Sicuramente ci saranno scontenti. Ma il Parlamento deciderà con una visione sistematica, di insieme». In Parlamento i leghisti le chiederanno di abolire le Prefetture. «La cosa va quasi in automatico. Non solo le Prefetture, ma tutti gli uffici periferici dello Stato, quelli scolastici, dei beni culturali verranno riorganizzati su base tendenzialmente provinciale. In alcuni territori ci saranno però dei presidi di sicurezza e di ordine pubblico su base infraprovinciali».

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