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Filippo Vendemmiati

Creato il 26 febbraio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Filippo-Vendemmiati

Filippo Vendemmiati è conosciuto da molti per essere il regista di E’ stato morto un ragazzo, documentario sulla tragica morte di Federico Aldrovandi ucciso da quattro agenti della Polizia di Stato. Con questo documentario il regista non ha soltanto inaugurato una serie di documentari/inchiesta sulle morti di stato ( a seguire 148 Stefano mostri dell’inerzia sul caso Cucchi e Nei secoli Fedele – La storia di Giuseppe Uva) ma ha apportato un contributo tecnico straordinario dimostrando di non avere probabilmente rivali nel suo campo. A tre anni di distanza, dopo essersi aggiudicato il David di Donatello come miglior documentario, Filippo Vendemmiati torna alla regia con un soggetto del tutto diverso. Il giornalista RAI racconta questa volta l’esperienza politica di Pietro Ingrao. Un leader comunista che, a differenza di altri, ha lasciato spazio al dubbio e ha riconosciuto l’errore e che per questo fu additato da molti come un eretico o, peggio, come un traditore. Le sue parole e quelle della sorella Giulia fotografano un secolo di storia rivendicando il diritto al dubbio e dunque alla ricerca di verità.

Oggialcinema.net ha intervistato per voi Filippo Vendemmiati dopo la proiezione del suo ultimo documentario Non mi avete convinto alla rassegna CassinoOff.

Che tipo di gratificazione le ha dato a livello sia umano che professionale un documentario come “E’ stato morto un ragazzo”? Si può dire che in qualche modo sia stato uno dei lavori più importanti della sua carriera fino ad ora?
Il documentario su Federico Aldrovandi è parte di me, un qualcosa di cui non posso e non voglio liberarmi, nonostante a volte il peso e la responsabilità siano stati insostenibili. Sarà per sempre un’esperienza umana, prima che professionale, unica e irripetibile. Per questo, nonostante le forte sollecitazioni, ho rifiutato di farne un genere, occupandomi cioè di altre tragedie analoghe, e ancor di più ho rifiutato di tradurla in una vera e propria sceneggiatura cinematografica.

Come mai un documentario su Pietro Ingrao? Che pertinenza ha con la crisi politica, economica e culturale che stiamo vivendo?
Il lavoro su Pietro Ingrao ha molto a che fare con la mia formazione, con i miei sogni ed ideali giovanili. E’ un incontro a distanza con un giovane che a 97 anni non ha smesso di sognare e di credere che la politica sia uno strumento per cambiare un mondo che non ci piace.

A chi è rivolto il suo documentario principalmente? Lei ha detto che il ragazzo con cui Ingrao dialoga in modo fittizio rappresenta lei da giovane con i suoi dubbi ed i suoi sogni nel cassetto. Crede che i giovani possano interessarsi ad un racconto come quello su Ingrao?
Sono rimasto positivamente sorpreso dall’emozione e dall’interesse che suscita il racconto di un uomo, che ha attraversato tutto il Novecento andando anche oltre, nei ragazzi che oggi hanno 20 anni e che magari nemmeno sapevano chi sia e che cosa ha rappresentato Pietro Ingrao. Il film penso ci parli di quello che siamo stati e di quello che siamo, di quello che ci è stato tolto e che possiamo ritrovare.

Guardando molti documentari sono rimasta impressionata dal numero di video di repertorio presenti, è stata una scelta mirata?
C’è stato un lungo lavoro preparatorio di analisi e selezione di materiali storici d’archivio, di pezzi di storia e di discorsi e interventi di Ingrao. Sono funzionali ad un racconto che non è ricostruzione storico-biografica ma che usa “soggettivamente” gli eventi per raccontare le passioni, le scelte, gli errori, i dubbi, gli affetti di un grande uomo.

Come mai ha scelto di non arricchire il documentario con altre interviste focalizzandosi invece solo sul punto di vista di Ingrao?
Non mi interessavano commenti e pareri storici, gli unici protagonisti della narrazione sono Pietro e Giulia, fratello e sorella ultranovantenni. Il loro è un dialogo che cerca interlocutori passati e futuri, parlano della loro vita e ci aiutano a capire, spero,anche le nostre.

di Rossella Maiuccaro


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