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Finale Emilia, interviene Pisapia per calmare gli animi dopo il finimondo. Bergamini: “Siamo tranquilli e amici delle forze dell’ordine”. Vento di pace dopo Caronte

Creato il 01 luglio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Anche il sindaco Giuliano Pisapia si è interessato direttamente delle disavventure capitate alla famiglia Bergamini di Finale Emilia. La polizia municipale di Milano ha inviato alcuni agenti, e uno di questi, secondo quanto ha scritto Alessandro Bergamini su Facebook non si è trattenuto. Una lite motivata forse da uno scatto d’ira o da un momento particolare: il fatto è che la madre di Alessandro è finita al Pronto Soccorso, e c’è un referto che parla chiaro. E’ ancora visibile il livido sullo zigomo e le gambe anch’esse segnate. Due calci, secondo la ricostruzione del medico. E la versione di Ale Bergamini non cambia: “Resterà sempre quella anche se mi condannano. Ho visto mia madre trattata a quel modo e ho reagito”.Finale Emilia, interviene Pisapia per calmare gli animi dopo il finimondo. Bergamini: “Siamo tranquilli e amici delle forze dell’ordine”. Vento di pace dopo Caronte

Su internet si è scatenato un putiferio, un mio post precedente riporta l’intervento integrale di Ale Bergamini, come anche l’ha riportato il blog nocensura.com. Molti giornalisti si sono fatti vivi a Finale Emilia. Una pagina di “fan della polizia postale” è intervenuta poi con toni durissimi. Allo stesso Alessandro sono arrivati messaggi dai toni pesanti che intimavano smentite. Pare che l’agente milanese sia proprio quello più impegnato negli sgomberi dei campi rom, nell’era Moratti. Tutte circostanze che messe insieme hanno sollevato un gran polverone che però i protagonisti stanno placando. E non si vede perché il buon senso non debba vincere.

La verità è più semplice e forse si troverà – auspico – un accordo per evitare un processo inutile. Alessandro Bergamini, con sua madre (accusata di non aver mostrato i documenti al vigile; ma li ha mostrati al maresciallo dei carabinieri), ha due testimoni e il referto del Pronto Soccorso, ma nessuna intenzione bellicosa. Scrivo queste cose proprio per mettere in chiaro che c’è un forte desiderio di pace, di unità con i volontari e le forze dell’ordine e la Protezione civile, e di risolvere i problemi senza scontri.

Non è in atto una sorta di battaglia mediatica contro la Protezione civile. Alessandro, raggiunto telefonicamente, ha apprezzato l’intervento del sindaco di Milano: “Basta che quel vigile venga qui e si scusi, e noi che abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con i carabinieri e la polizia locale di qui, faremo la pace. Io ho reagito perché ho visto mia madre trattata a quel modo. Tutti possono vedere i segni che porta. E c’è un referto medico”.

L’intervento di un personaggio che ha partecipato al Grande Fratello, che difende sempre la polizia, è stato dirompente, con toni accesi. E’ divampata una reazione a favore della polizia. Smentite strane, messaggi pesanti a Alessandro, la voce che correva su internet di una bufala. Centinaia di commenti su una pagina Facebook.

Può darsi che tutto si plachi sotto il sole di Caronte. Forse le molte lamentele apparse su Facebook da parte di terremotati e volontari hanno messo in apprensione alcune autorità. In realtà non è in corso nessuna guerra, neanche mediatica, e il tono di Alessandro Bergamini, al telefono, è rassicurante.

“Al campo della Protezione civile ci siamo trovati molto bene finché è rimasta una squadra di volontari molto efficienti. Poi sono subentrati altri”.

Bergamini si è rivolto a un legale. Dato però che dopo tanto rumore su internet, mille commenti e tanti interventi, i dati di fatto parlano di una lite che si può ricomporre, è anche probabile che si eviti un inutile processo e che prevalga il buon senso. Ovvero che a Finale Emilia, dopo ore di fuoco, torni la pace.

Il problema dei terremotati è la mancanza di aiuti, i tempi incerti della ricostruzione: “Non siamo certo qui a prendercela con la polizia di Milano o le forze dell’ordine: abbiamo ottimi rapporti da sempre con loro. Qui ci conoscono tutti, siamo persone tranquille. Mio padre? Un pianista. Mia madre? Faceva la bidella. Mio fratello lavora con i bambini. Io pure. Il terremoto ha distrutto la palestra e abbiamo perso il lavoro”.

La questione vera è la ricostruzione, non la guerra con i volontari o la Protezione civile, molti dei quali sono apprezzatissimi, naturalmente, come dicono gli abitanti della zona colpita dai terremoti del 20 e del 29.

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