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FINANZA/ 1. Ecco la vera strategia dei grandi player (ribassisti) di Long Island

Creato il 14 settembre 2010 da Artigianauta
Mauro BottarelliPrima che leggiate questo articolo, è meglio premettere qualcosa: sono liberale, liberista e mercatista convinto. Ritengo la speculazione, nella maggior parte dei casi, utile al buon funzionamento dei mercati, una sorta di «pesce spazzino» degli acquari: evita la creazione sistematica di bolle (o ne facilita l'esplosione prima che le dimensioni divengano ingestibili), attacca azioni sopravvalutate riportandole a valori accettabili (o affossandole, Enron è il caso più eclatante), smaschera i bilanci allegri di aziende che capitalizzano come multinazionali pur basandosi su debiti e scatole cinesi. Detto questo, c'è speculazione e speculazione. Quando questa diventa non sistematica ma addirittura strategica per finalità non solo di lucro ma addirittura di re-indirizzamento dei sistemi, politici ed economici, allora si passa alla categoria delle consorterie, dei grand commis.
E' quello che sta accadendo negli Usa. Non amo Barack Obama e ritengo le sue ultime scelte sbagliate o comunque tiepide rispetto alla difficoltà del momento ma qualcuno, molto potente, non si sta limitando ai giudizi e alle critiche: sta agendo per sabotare, attraverso i mercati, lo status quo. Al mondo, si sa, ci sono circoli molto influenti: l'Aspen Institute, il Council for Foreign Affairs, la Trilaterale, il gruppo Bildenberg. Ma ci sono altri simposi, altrettanto potenti, che non si danno né nomi né denominazioni: peccato che, a conti fatti, decidano per tutti noi. O quasi. Da venticinque anni a questa parte il leggendario stratega di Wall Street, Byron Wien, ora con il Blackstone Group, organizza un summit estivo con i principali player statunitensi per parlare di economia globale e investimenti....................

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