Ciò che supporta la consistenza di questa squadra e del suo rendimento è innanzitutto l’aver conseguito buona parte di queste sue vittorie contro avversarie da play-off come Denver, San Antonio e Miami (anche se altre 3 vittorie sono arrivate contro le due attuali peggiori squadre della Western Conference), concedendo in media 95.1 punti a partita, secondi in tutta la lega per questa statistica, invece dei 107.3 dello scorso anno (ventiduesima alla fine). Quindi la difesa è uno dei punti forti del momento di questo team ed è quella che ha avuto finora i maggiori miglioramenti di tutta la NBA, con la grande intensità mostrata sia nella difesa sul perimetro sia in quella nel pitturato.
Molti si chiedono se questa squadra faccia sul serio e la risposta la si trova nella affidabilità mostrata finora dal suo starting five, un perfetto mix di atletismo, intelligenza tattica e realizzativa, a cominciare dalla continuità del suo giocatore migliore; se infatti Chris Paul riesce a tenere lontani gli infortuni e continua ad avere il supporto dalla squadra in fatto di punti e di finalizzazione dei suoi 10 assist a partita, può giocarsela nella lotta per staccare uno degli ultimi biglietti per la post-season. CP3 è universalmente riconosciuto come uno delle migliori point guard (la migliore??) e come tale per adesso viaggia con 17.9 punti a partita, è nella top 5 per le palle rubate e non rinuncia a dare una mano sotto canestro con i suoi 5.4 rimbalzi a partita (niente male per un piccoletto di 183 cm). Il capitano non è ovviamente il solo ispirato, dietro di lui i suoi lunghi West e Okafor si stanno rivelando particolarmente efficaci, con i loro 16.6 e 12.3 punti a partita (ben il 73% dal campo per il centro di origini nigeriane), con 6.4 e 8.1 rimbalzi.
I dubbi, più che i problemi, potrebbero arrivare quando ci sarà bisogno di cambi adeguati. Per ora anche le riserve offrono il loro contributo, ma bisognerà valutare se riusciranno a garantirlo per tutta la stagione, soprattutto quando ci sarà da partire dall’inizio quando uno dei titolari è fuori (e si pensa soprattutto a chi può sostituire adeguatamente Paul). A tal proposito Willie Green ha il difficile compito di mettere al servizio del team la sua versatilità di impiego e i suoi 8 anni nei pro, facendo da collante e punto di riferimento nello spogliatoio e mostrandosi pronto quando sarà necessario il suo aiuto in campo, suoi sono finora 8 punti in poco più di 20 minuti a partita nei quali da evidenziare sono soprattutto la dura difesa contro Lebron James nella vittoria contro Miami, i punti decisivi nei finali punto a punto. Una delle scommesse del GM Demps è poi Jason Smith, che nelle sue due prime stagioni in NBA non ha potuto mostrare tutto il suo potenziale, soprattutto a causa di un grave infortunio al ginocchio che ha condizionato l’intera stagione scorsa, che totalizza in queste prime 7 uscite una media di 8 punti e quasi 5 rimbalzi in 20 minuti a partita, destando favorevoli impressioni. Infine ci si attendono conferme da Marcus Thornton, guardia proveniente da Louisiana State e scelto lo scorso anno da New Orleans al secondo giro del Draft, che ha chiuso la passata stagione con un più che dignitoso 14.5 punti in 25 minuti giocati a partita, per ora i punti per lui sono 7.3 in 14.8 minuti.
Molti team forse possono vantare sul maggiore talento dei propri elementi in roster, o esperienza ad alti livelli, pochi tuttavia possono dire di avere giocatori così motivati come quelli nella capitale della Louisiana, e la motivazione è l’altro grande ingrediente di questo successo iniziale degli Hornets, in un giusto mix di gente che vuole dimostrare quanto non ha potuto nelle passate esperienze e di chi vuole credere in un nuovo progetto che ha l’ambizione di puntare finalmente in alto. Come ogni team vincente, inoltre, i successi in campo cominciano dallo spogliatoio e ancora prima dagli uffici del coach, del General Manager e della proprietà. Chris Paul infatti, uno dei nomi caldi del trade market di questa estate, è stato dato per scontento e più volte vicino alla partenza, per raggiungere franchigie con più alti argomenti economici ed ambizioni che lo avessero convinto, ma riguardo al coach Monty Williams e al GM Dell Demps, al loro primo anno ed entrambi nuovi nei rispettivi incarichi, adesso afferma:
“Hanno fatto cose decisamente grandi qui e in poco tempo. Hanno davvero cambiato la mentalità e ci hanno fatti sentire molto più come una famiglia. Ciò che abbiamo adesso è collaborazione…“
Se dunque gli Hornets, oltre a mantenere questa mentalità continuassero anche a giocare su questi livelli raggiungendo la post-season, ci sarebbero forse argomenti sufficienti per convincere CP3 a fermarsi anche qualche altro anno sulle sponde del Mississippi.