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Saitta e Chiamparino, con il cappello da alpini, gongolano perché Torino è finalmente una città turistica. Saitta, originario di Raddusa (Catania), presidente della provincia di Torino, (ma non le dovevano togliere le provincie?), è effettivamente poco probabile come alpino, semmai etneo, ma è raggiante al pensiero che ieri sabato ci sarebbe stata la notte bianca con i Musei tutti aperti, con le strade del centro invase da questa folla festante e colorita degli alpini mescolati alla gente comune. Ai Torinesi. Evviva.
Ho le piume bagnate dal godimento. Meno male che ormai si usa il computer e non il calamaio, altrimenti addio post!
Per capire l’importanza di questo turismo, di questo bagno di folla nelle vie del Centro, quello nobile ed austero, parigino, di Torino, di classe, fatto da: Via Lagrange, Piazza San Carlo, Piazza Carlina, basta affidarsi ai servizi da Piazza Castello del Piemontesissimo Gianfranco Bianco. E’ lui che con le sue interviste tra la gente, i protagonisti, ci dischiude l’antropologia della festa.
L’alpino medio non ha fatto alcuna guerra. Semmai è tra quei pochi che hanno fatto ancora la leva, quando era obbligatoria. Una delle poche cose buone che la Politica abbia mai fatto. Un anno perso che spesso giovani laureati dovevano letteralmente buttare a spostare scatoloni da un fabbricato ad un altro, mangiando male per un anno e fumando, quello sì, un sacco di canne.
Ecco, a questo anno così inutile molti alpini presenti all’adunata sono nostalgicamente legati al punto da mettere mano al portafoglio per venire a rivivere un paio di sbronze davanti a Vittorio Emanuele in completo di piombo nerissimo con papillon color merda di piccione d’ordinanza. Fantastico. Che colori!
Ieri mattina, sabato, quando la maggior parte dei torinesi, autoctoni o di adozione forzata, svolgeva le sue faccende del finesettimana per rispettare il ciclo di vita borghese, nei mercati non era un’eccezione trovare alpini già sbronzi riversi, pancia a terra, in una pozza di vino. Posto che si capisce perché non abbiamo mai vinto alcuna guerra, volendo essere ottimisti, potremmo pensare che questo Oktoberfest di Maggio è comunque un buon modo per iniziare a copiare i tedeschi che crescono così tanto nel PIL.
Peccato però che un alpino mediamente è culturalmente arretrato, e tipicamente economicamente poco propenso alla spesa, bivacca senza spendere, e consuma solo vino scadente a pochi Euro. Ma, sono sicuro che questa notte, testè passata, avrà visitato tutti i Musei. Da giurarci!
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